Gli atenei italiani aprono le porte alla transizione ecologica e digitale. Questa scelta è confermata dalla lista dei 201 nuovi corsi per l’anno accademico 2021/22 – di cui 113 magistrali, 62 triennali e 26 professionalizzanti – che sono stati approvati dal Consiglio universitario nazionale (Cun) e inviati all’Anvur per il via libera definitivo del ministero dell’Università, come riportato dal Sole 24 Ore.
Nonostante i tanti mesi di lezioni online anche nelle università, la maggior parte dei nuovi corsi di laurea e specializzazione saranno erogati con le lezioni in presenza e solo alcuni utilizzeranno la modalità mista. I corsi prevalentemente o integralmente a distanza restano un’offerta quasi esclusiva delle università telematiche.
L’aumento maggiore di proposte formative si registra nell’ambito delle scienze mediche, quelle storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche. Sul podio per le classi di laurea che hanno ampliato la loro offerta troviamo Medicina e chirurgia (LM-41) con 7 attivazioni, Tecniche e metodi per la società dell’informazione (LM-91) e Scienze economico aziendali (LM-77) con 5 attivazioni ognuna.
Questi nuovi corsi si inseriscono in un contesto di circa 4.960 le lauree totali e che, nonostante le nuove attivazioni, vede il peso di green e digital comunque limitato rispetto all’offerta complessiva con 257 presenze per il titolo ambiente (il 5%), 84 per la sostenibilità 84 (1,6%) e 66 per il digitale.
I titoli dei nuovi corsi ruotano attorno ad alcune parole chiave ricorrenti, quali “competenze digitali” e “ambiente, sostenibilità, eco”, concetti quelli, del green e del digitale, presenti anche nelle bozze del Recovery Plan e nell’agenda del governo Draghi. Con 27 new entry dedicate ad «ambiente» o «sostenibilità» e 20 alle «competenze digitali», gli atenei italiani vogliono accordarsi agli auspici espressi dalla ministra Cristina Messa.