Giovani, 9mila fuggono in Cina per un futuro migliore

Italiani in Cina

Italiani in Cina si stima che siano almeno 9mila i giovani già volati in Asia. Un numero triplicato negli ultimi anni  tanto da aver determinato la nascita  dell’Associazione Giovani Italiani in Cina (Agic).

“Sempre di più i giovani disposti a trasferirsi in Asia per trovare lavoro o per essere occupati, fare esperienza, anche senza stipendio. Basta imparare, mettere lo stage nel curriculum per un futuro impiego” – ha scritto sul SOLE 24 ORE Alberto Forchielli, presidente di Osservatorio Asia.

Si tratterebbe di ragazzi seri e preparati, disposti a lavorare in un Paese lontano, difficile ed esposto alla concorrenza confidando in un futuro reddito e nel dinamismo di una società in crescita rispetto alla decadenza europea.

Un giovane che non lavora per due o tre anni, infatti, perde gran parte delle competenze accumulate, non ne sviluppa di nuove e smarrisce fiducia.

“Vorrei vedere nascere agenzie private di collocamento del nostro lavoro su scala internazionale che aiutino i nostri giovani ad andarsene da un’Italia senza speranza” – afferma il presidente di Osservatorio Asia.

I Paesi emergenti hanno bisogno di professionalità, quelli industrializzati di cervelli, individualità, buona volontà. E in Italia tutti lo sanno, non mancano ma non sono valorizzati.

“L’intervento pubblico deve smetterla con la retorica – continua Forchielli. Dovrebbe invece negoziare con gli altri governi un sistema complesso, fatto di opportunità, settori in crescita e tutela dei nostri giovani all’estero.

Forchielli fa appello al  coraggio dei politici italiani, perché si assumano le loro responsabilità di fronte a milioni di giovani ai quali viene negato un diritto inalienabile.

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