La Francia aiuterà i neet “perché non vogliamo lasciare nessuno ai margini della strada. Sosterremo quei giovani che non possono accedere ad un lavoro o alla formazione per mancanza di istruzione o esperienza”. Così il presidente francese Emmanuel Macron sui social per lanciare il “contratto di impegno” l’iniziativa del governo a favore dei giovani.
Sostegno e formazione
Un assegno mensile fino a cinquecento euro per i giovani “neet”. Il governo francese ha presentato il nuovo “contratto di impegno” che lo Stato verserà ai ragazzi che non lavorano e non studiano. Il pagamento del sussidio è riservato ai 16-25 anni e sarà condizionato all’impegno a una formazione (tra 15 e 20 ore settimanali). L’annuncio è stato dato da Emmanuel Macron con un messaggio su Twitter rivolto ai giovani: “È una misura semplice: impegno, assiduità, motivazione e uno Stato che ti accompagna”. L’obiettivo, ha spiegato il leader francese, è aiutare i ragazzi che sono lontani dal mercato del lavoro a “scoprire un mestiere, formarsi, trovare un apprendistato o un lavoro”. Secondo Macron “centinaia di migliaia di posti di lavoro sono disponibili ovunque in Francia” anche se associazioni e sindacati contestano questa cifra, sottolineando ostacoli su diplomi o mobilità geografica.
Il capo di Stato aveva già anticipato lo scorso anno l’idea di un nuovo aiuto per la generazione più sacrificata dalla crisi del Covid. Secondo la Dares (Direction de l’Animation de la Recherche, des Études et des Statistiques), al culmine della pandemia le assunzioni sono diminuite del 77% in un anno tra gli under 30 e il numero di persone iscritte al Pôle emploi (l’ufficio di collocamento) è aumentato del 36%. Quasi un giovane su cinque (19,8%) è senza lavoro anche se con la ripresa c’è qualche segnale incorraggiante: nel secondo trimestre la percentuale di ragazzi inattivi è scesa di 2,8 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
I numeri dei Neet francesi
Se i giovani francesi “neet” (Not in Education, Employment or Training) sono circa un milione, l’iniziativa del governo è diretta a quelli che sono da più tempo lontani da formazione e lavoro: circa 400mila persone. Per accedere i giovani devono avere un reddito mensile inferiore a 497,50 euro. Il sostegno pubblico durerà fino a un anno, ma può essere esteso per altri sei mesi in alcuni casi specifici. Il “contratto di impegno” sarà invece interrotto in caso di “non rispetto degli impegni” o di “rifiuto ingiustificato” di un’offerta di lavoro o di formazione.
La nuova misura non è una novità assoluta perché esisteva già “Garantie Jeunes” un altro sussidio varato durante presidenza del socialista François Hollande. In pratica il nuovo “contratto di impegno” sostituirà il vecchio sussidio, affidando l’erogazione agli uffici di collocamento (e non più a enti locali), cercando di allargare la platea di beneficiari (oggi sono circa 200mila) con la volontà di un accompagnamento più “intensivo e personalizzato”. L’annuncio del governo ha raccolto le critiche dall’opposizione. A destra si denuncia l’ennesimo sussidio che alimenterebbe logiche assistenzialiste mentre a sinistra molti sottolineano la mancanza di soluzioni a proposito dell’impoverimento dei giovani precari che fanno lavoretti.
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