Effetto lockdown sugli studenti: test Invalsi per misurare la perdita di apprendimento

A disposizione di presidi e insegnanti una batteria di prove (volontarie) per misurare i deficit degli alunni conseguenti alla chiusura delle scuole

A disposizione di presidi e insegnanti una batteria di prove (volontarie) per misurare i deficit degli alunni conseguenti alla chiusura delle scuole

Che la sostituzione della didattica in presenza con quella a distanza generi di per sé un calo negli apprendimenti è un dato ormai acclarato nella letteratura internazionale. Ce lo hanno ricordato, da ultimi, l’Unesco e l’Organizzazione mondiale della sanità che appena giovedì scorso hanno invitato tutti i paesi a limitare al massimo la chiusura delle scuole per evitare ulteriori danni formativi e psicologici agli studenti.

In attesa di capire quanti alunni potranno tornare in classe e quando, dall’Invalsi arriva un aiuto concreto a quantificare il terreno perso dai ragazzi con il susseguirsi dei lockdown totali e parziali. Sotto forma di prove “diagnostiche” che i docenti possono somministrare – «a titolo volontario», chiarisce l’ex direttore generale dell’Istituto di valutazione, Paolo Mazzoli – ai loro allievi per individuare eventuali deficit in italiano, matematica e inglese. E organizzare così delle attività di recupero individuali o di gruppo.

I (nuovi) test autodiagnostici

Il progetto “Percorsi e strumenti Invalsi” – che è stato presentato lunedì 23 novembre in un webinar dalla presidente Anna Maria Ajello e dal responsabile dell’area prove nazionali, Roberto Ricci – mette a disposizione dei docenti oltre 60 tutorial e video formativi. Accedendo alla sezione riservata alle scuole del sito internet dell’Istituto di valutazione il dirigente scolastico può accreditare gli insegnanti.

Mentre tocca a questi ultimi formare i gruppi di studenti, acquisire le credenziali per ciascun alunno e organizzare le sessioni per le prove. E c’è tempo fino al 31 gennaio. Il suggerimento di Invalsi è di testare i ragazzi dell’anno successivo rispetto a quello in cui si sarebbero dovute svolgere le prove vere e proprie: in terza primaria anziché in seconda, in prima media anziché in quinta elementare eccetera, fino all’ultimo anno delle superiori dove può essere verificato solo l’inglese, a meno che il docente non decida di utilizzare anche i quiz di matematica e italiano di seconda superiore per individuare carenze ancora più datate.

sole24ore

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