Dpcm, le Regioni al governo: “Prevedere congedo parentale per se scuole chiudono”

ll nuovo decreto legge Covid dovrebbe prorogare di trenta giorni le limitazioni agli spostamenti legati all’emergenza

Dai vaccini alle scuole, dalle restrizioni anti-Covid ai ristori. Ci sarà tutto questo sul tavolo nell’incontro che alle 19 vedrà di fronte il governo e le Regioni. Vertice in videoconferenza in vista del Consiglio dei ministri di questa mattina per valutare le nuove misure che sfoceranno in un nuovo decreto o Dpcm Covid. L’esecutivo sarà rappresentato dalla ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini. Anche l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) parteciperà con il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari. Tra gli argomenti in discussione, il decreto legge che vieta gli spostamenti tra regioni in scadenza il 25 febbraio.

Nel quadro della situazione epidemiologica generale e territoriale, sarebbe necessario qualificare l’attività scolastica ed universitaria (al pari delle altre attività) con un’apposita numerazione di rischio, anche tenendo conto dei dati oggettivi del contagio nelle istituzioni scolastiche e nel contesto territoriale di riferimento. Occorre, in ogni caso, implementare le forme di congedo parentale, nonché prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori, nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica. È inoltre necessario che ogni Regione sia messa nelle condizioni di poter garantire la vaccinazione ai propri insegnanti residenti ed assistiti, indipendentemente dalla Regione in cui prestano servizio.

Il nuovo decreto legge Covid dovrebbe prorogare di trenta giorni le limitazioni agli spostamenti legati all’emergenza, come anticipato dal ministro Gelmini ai governatori. I limiti dovrebbero riguardare sia la mobilità tra le Regioni (il blocco scade il 25 febbraio e quindi potrebbe essere portato al 25 marzo o al 31 come emerso ieri sera) sia la possibilità di fare visita ad amici e parenti e cioè la regola che, per ora valida fino al 5 marzo, consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone, con i figli minori di 14 anni. “Purtroppo con le varianti in circolazione continuare con le restrizioni è indispensabile”, avrebbe detto il ministro della Speranza durante l’incontro con le Regioni.

Le Regioni e le Province autonome ritengono priorità assoluta la campagna vaccinale. Il meccanismo sta andando troppo a rilento, e questo non per disguidi organizzativi, carenza di personale e strutture o, in questa fase, per indisponibilità della popolazione: il problema adesso risiede nell’approvvigionamento delle dosi, che dipende dal Governo. Spetta quindi al Governo impostare la nuova strategia per reperire un numero di dosi vaccinali adeguato e, a tal proposito, le Regioni e le Province autonome assicurano la loro più totale disponibilità, nelle forme e nei modi che si riterranno opportuni, a collaborare. In relazione all’esigenza di acquisire un maggior numero di vaccini, inoltre, sarebbe auspicabile e urgente una valutazione circa il diretto coinvolgimento delle nostre aziende nel processo produttivo, tenendo presente che vi sono aziende e filiere nazionali in grado di realizzare alcune fasi della produzione. Si ritiene, inoltre, necessario anche cogliere l’occasione per valutare il riposizionamento sul piano industriale delle aziende produttrici sia per l’Europa sia per l’Italia.

In via strutturale, lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per il Paese e poi restrizioni particolari per singoli territori, deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento. A tal riguardo, si rende opportuno l’ampliamento della cabina di regia ai Ministri dello Sviluppo economico, dell’Economia e degli Affari regionali al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese. È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti e garantire sempre i risarcimenti sia nel caso di provvedimenti restrittivi di livello nazionale che regionale. In questo contesto appare assolutamente necessario procedere ad un chiarimento sulle competenze statali e regionali al fine di allinearne la tempistica e la relativa efficacia.

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