Scendono in piazza per rivendicare il diritto ad una borsa di studio più dignitosa. Proprio come previsto dalla Finanziaria 2008 (che la porterebbe dagli attuali 800 euro a 1000), ma che senza decreto attuativo non cambia di fatto le retribuzioni. I dottorandi e i giovani ricercatori dell’Adi, Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani, protestano questa mattina a Roma travestendosi da lavavetri per far quadrare i propri conti sempre più precari. L’appuntamento è alle 11 presso la statua della Minerva de La Sapienza.
“Le borse di dottorato – spiega il segretario dell’Adi Roma, Francesco Vitucci – sono ferme da ormai 8 anni a circa 800 euro, una cifra che non permette di vivere in maniera autonoma in una grande città come Roma: fare ricerca e studiare in condizioni decorose è spesso molto difficile. Con la finanziaria del 2008 sono stati stanziati 120 milioni di euro per tre anni per l’aumento delle borse, ma ad oggi manca ancora il decreto attuativo».
“Purtroppo – commenta il segretario nazionale, Giovanni Ricco – nonostante gli impegni presi, il passato governo non ha firmato il decreto necessario a sbloccare l’utilizzo dei fondi. A sei mesi dall’approvazione della finanziaria non è ancora chiaro quando riceveremo i soldi che ci spettano. Come Adi abbiamo più volte sollecitato una risposta ufficiale da parte del nuovo Ministro, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Crediamo che a questo punto una risposta sia dovuta. In caso contrario siamo pronti ad estendere la mobilitazione».
In occasione della manifestazione i dottorandi romani chiederanno inoltre un incontro al rettore della Sapienza per presentare una piattaforma di richieste all’Ateneo. «Chiederemo al rettore – continua Vitucci – un primo impegno per eliminare le tasse che pesano sui dottorandi senza borsa, per riconoscere il diritto alla partecipazione per i dottorandi, per maggiori fondi per la mobilità internazionale, per l’applicazione della Carta Europea dei Ricercatori».
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