Docenti di sostegno protestano sotto al ministero dell’Istruzione e del Merito: “Stop al precariato”

I docenti specializzandi hanno manifestato per chiedere la proroga delle assunzioni alla prima fascia delle Gps (Graduatorie provinciali di supplenza), non rinnovata con il Milleproroghe

Docenti specializzandi dell’ottavo ciclo del Tfa (Tirocinio formativo attivo) sostegno si sono radunati sotto la sede del ministero dell’Istruzione e del merito, in viale Trastevere, nel pomeriggio di ieri, per chiedere la proroga delle assunzioni dalla prima fascia delle Gps (Graduatorie provinciali di supplenza). Non rinnovata dal Milleproroghe. L’iniziativa, nata dagli specializzandi di Roma Tre, ha raccolto adesioni da tutta Italia.

I motivi della protesta 

A spiegare le ragioni della mobilitazione è Fabio Bettini, uno dei docenti che hanno partecipato all’iniziativa: “Il ministero dell’Istruzione e del merito quest’anno non proroga le assunzioni dalla prima fascia delle Gps, l’ex articolo 59, per chi vi è già inserito e per chi sta frequentando l’VIII ciclo del Tfa – chiarisce -. Il diritto allo studio delle alunne e degli alunni deve essere tutelato attraverso una continuità che va garantita con l’assunzione a tempo indeterminato di docenti specializzati quali noi siamo”. Nel 2021, infatti, con il decreto Sostegni bis, i docenti specializzati sul sostegno, inseriti nella prima fascia delle Gps, sono stati assunti senza dover svolgere un concorso successivo. Da qui la scelta del presidio, a cui ha partecipato anche la Flc Cgil, con l’obiettivo di riuscire ad avere un dialogo con il ministro Valditara e ottenere la proroga delle assunzioni dalla prima fascia delle Gps. 

Una delegazione è stata ricevuta dai rappresentanti dell’Ufficio di Gabinetto del ministro Valditara: “Hanno ascoltato le nostre richieste – spiegano i docenti dopo l’incontro -. Non possiamo dirci soddisfatti, ma almeno abbiamo iniziato un percorso, ovviamente non ci aspettavamo di ottenere una proroga al primo confronto. Ci è stato garantito che si sta lavorando per arrivare a una soluzione di sistema, che vuol dire tutto e niente”. I docenti, per questo, nelle prossime settimane torneranno sotto al ministero per chiedere aggiornamenti: “Abbiamo mosso un primo passo, ora dobbiamo continuare a fare pressione per ottenere risultati soddisfacenti”. 

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