De Giovanni:la facoltà rischia di morire

“I docenti non bastano più, servono nuove forze” il messaggio del Preside di Giurisprudenza Lucio De Giovanni.

I docenti non bastano più, servono nuove forze altrimenti la Facoltà rischia di morire” chiaro il messaggio del Preside della Facoltà di Giurisprudenza Federico II di Napoli, Lucio De Giovanni a margine di un incontro con la stampa tenuto proprio nella aula della Presidenza dell’Ateneo partenopeo.
“Gli iscritti alla Facoltà di Giurisprudenza sono in aumento al contrario di quanto avviene nelle altre Facoltà – dichiara De Giovanni – ogni anno abbiamo circa 3000 nuovi iscritti, numeri importanti che però non riusciamo a supportare al meglio a causa delle deficienze di organico”.
Il problema è nato dal grande numero di professori andati in pensione negli ultimi anni che non sono stati debitamente sostituiti. Ad oggi a fronte di 18.000 studenti ci sono solo 92 professori di prima e seconda fascia di cui 9 sono prossimi alla pensione. Ben presto quindi saranno solo 82 e di questo passo nel giro di 4 anni saranno addirittura 47. Ai docenti si affianca anche un numero piuttosto esiguo di ricercatori (109) anche loro destinati a diminuire. Stando alle previsioni dell’Ateneo nel 2015 dovrebbero diventare solo 75.
“Rettore e Presidi delle altre facoltà della Federico II ci sono vicini e stanno lavorando con noi alla ricerca delle soluzioni migliori – prosegue De Giovanni – ma i problemi sono a monte, ci sono stati troppi tagli e le difficoltà economiche che coinvolgono un po’ tutte le università italiane, finiscono col gravare ancora di più sulle facoltà che hanno un maggior numero di iscritti come la nostra”.
A Napoli la Facoltà di Giurisprudenza è però un vero punto di riferimento per chi, finita la scuola superiore, deve decidere dove proseguire gli studi. Per questo vederla navigare in acque non tranquille preoccupa un po’ tutti. Si rende necessario quindi un aiuto concreto. “Abbiamo un profilo virtuoso, non abbiamo mai fatto sprechi, ma invece di ricevere delle gratificazioni ora rischiamo di essere penalizzati – conclude il Preside -, da quando ricopro questo incarico non ho fatto nessuna chiamata e per non gravare sul bilancio abbiamo cercato di ridurre al minimo i finanziamenti per convegni o viaggi. Sacrifici fatti però per aumentare il budget da destinare a professori qualificati che devono mantenere alto il livello di insegnamento all’interno dell’Università statale più antica d’Italia”.
Giuseppe Porcelli

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