Dal 5 al 10 novembre la scuola si mobilita, nascono le iniziative anti-Profumo

Prima era la spending review, ora la legge di stabilità. I professori italiani dopo i tagli alla scuola pubblica e l’aumento dell’orario di lavoro hanno proclamato lo stato di agitazione della categoria.

Prima era la spending review, ora la legge di stabilità. I professori italiani dopo i tagli alla scuola pubblica e l’aumento dell’orario di lavoro hanno proclamato lo stato di agitazione della categoria. Dal 5 al 10 novembre, in concomitanza con la discussione in Parlamento degli emendamenti al testo della Legge di stabilità, partirà l’iniziativa di lotta “Profumo di didattica” che prevede assemblee dei lavoratori, con studenti e genitori, didattica alternativa e l’astensione da ogni attività aggiuntiva non obbligatoria, presidi ed iniziative locali.

Sul tavolo, i docenti di diverse organizzazioni sindacali hanno messo “decenni di tagli, di controriforme, di regali ai privati”, che per loro starebbero demolendo “l’immenso lavoro che ogni giorno 8 milioni di studenti e lavoratori fanno per conquistare un presente degno e un futuro di pace e libertà.

Preoccupante, poi, viene definito “il teatrino politico-sindacale che tenta di annullarne la prospettiva solo per fini elettorali, dando soluzioni minime e temporanee”. Dietro ai “rumors” della sola cancellazione dell’aumento delle ore a parità di stipendio, si nasconderebbero provvedimenti ben più gravi.

Tra le organizzazioni sindacali coinvolte: Anief, Cub-Sur, Orsa Scuola, Sab, Unicobas Scuola, Usb Pi-Scuola e UsiScuola.

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