Ne avevano già parlato qualche settimana fa ai vertici, e ieri lo hanno ribadito tutti in coro. Durante l’assemblea mensile la Conferenza dei rettori italiani ha tirato fuori un documento con il quale cercherà di interloquire col governo. Tema principale: la governance degli atenei.
Nel documento uscito da piazza Rondanini si parla soprattutto della possibile riforma dei principali organi universitari. Nel testo si legge: “Le università sono – va ribadito con forza – organizzazioni tra le più complesse che esistano nelle società sviluppate. È il momento per tutti di prenderne atto con maggiore convinzione, arrivando a configurare soluzioni all’altezza, che consentano di governare la complessità con modalità adeguate anche superando alcuni riferimenti tradizionali […]”.
“Revisione della governance degli atenei – continua il documento – non può che significare, in primo luogo, revisione dei loro organi di vertice. La prima alternativa che si pone è se si pensa ad una struttura di governo ancora imperniata (rettore a parte, sulla cui figura si ritorna più avanti) su Consigli di amministrazione e Senati accademici – nel qual caso si tratterebbe di riconsiderarne ruoli, prerogative e composizione – ovvero se si punta su soluzioni diverse, basate su più di due organi, ovvero su un organo unificato”.
“Le Linee guida del Governo sembrano orientate al mantenimento dei due organi, ponendo l’esigenza di distinguerne ‘in modo netto’ le funzioni, riservando al Senato accademico ‘il compito di rappresentare le istanze scientifiche e accademiche” e al Consiglio di amministrazione “di definire le linee di indirizzo per la pianificazione strategica dell’ateneo nel suo complesso e di assicurare una corretta e prudente gestione ispirata agli interessi generali, che devono quindi in esso prevalere’.
Lo schema appare condivisibile – prosegue la nota -. Accoglierlo e svilupparlo comporta che si immagini un Consiglio di amministrazione riformato rispetto all’attuale, di composizione relativamente ristretta e con una consistente e autorevole presenza di soggetti esterni all’ateneo, al quale attribuire compiti determinanti nella definizione degli obiettivi strategici istituzionali e della connessa programmazione amministrativa, finanziaria e patrimoniale, nella individuazione dei criteri e delle finalità per la ripartizione delle risorse finanziarie e di personale e nei conseguenti controlli di coerenza e di rispondenza agli scopi.
Al Senato accademico competerebbero invece le funzioni di rappresentanza della comunità accademica, di indirizzo, coordinamento e valorizzazione del complesso delle attività scientifiche, culturali, didattiche e dei connessi servizi, di interfaccia decisionale delle istanze e proposte provenienti dalle varie strutture scientifiche e didattiche”.
Il documento parla anche della figura del rettore e della valutazione. Un altro argomento trattato dall’assemblea è stato quello del dottorato di ricerca.
Documento integrale
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