Covid, “vaccini a over 80 e insegnanti”. Ma prima di un mese non se ne parla

Dopo medici e infermieri si proseguirà con gli over 80, operatori servizi pubblici essenziali e finalmente personale docente e non docente.

Dopo medici e infermieri si proseguirà con gli over 80, operatori servizi pubblici essenziali e finalmente personale docente e non docente.

In arrivo la prossima settimana le prime 50mila fiale di Moderna. Arcuri in trincea: “Non siamo in ritardo”

Cinquantamila dosi entro venerdì 15 e altre cinquantamila all’inizio della settimana successiva. Dovrebbe essere questa la scansione temporale dell’arrivo del vaccino di Moderna, approvato mercoledì dall’Ema e ieri dall’autorità regolatoria nazionale, l’Aifa. “I primi vaccini di Moderna – ha detto il commissario straordinario Domenico Arcuri – arriveranno nel corso della prossima settimana, ma saranno molto pochi, progressivamente cresceranno nelle prossime settimane. Le prime dosi saranno portate a Pratica di Mare e con il contributo delle Forze armate inizieremo la distribuzione. Poi però – ha aggiunto – con la messa a regime della distribuzione a partire dalla seconda settimana, perché dalla prima è davvero un numero basso, probabilmente faremo una distribuzione accelerata con un’altra modalità”.

target sono invariati. “Abbiamo l’obiettivo di vaccinare tutti gli italiani entro l’autunno – ha ribadito Arcuri – ma servono tre componenti fondamentali: un numero adeguato di dosi di vaccino, un piano logistico e un insieme di uomini e donne capace di somministrare più persone nel minor tempo possibile”. Secondo previsioni, “dopo medici, infermieri e personale operante nei presidi ospedalieri e ospiti di Rsa (1 milione e 800mila persone) si proseguirà già dal prossimo mese di febbraio (fine febbraio. NDR) con le persone che hanno più di 80 anni, poi con operatori servizi pubblici essenziali, personale docente e non docente perché le scuole possano funzionare in sicurezza, forze dell’ordinefragili e detenuti“.

In Italia a ieri erano state vaccinate 387.527 persone (qui la dashboard in tempo reale), quindi l’82% delle 469.950 giunte il 30 dicembre. Largamente meno del necessario per smaltire la dose settimanale di 469mila. Ciò nonostante, il commissario Arcuri ha ripetuto anche ieri che “non siamo in ritardo” e che, anzi, siamo tra i primi in Europa. “Dopo la Danimarca, che ne ha somministrati cinque volte di meno ma che in percentuale rispetto alla popolazione risulta avere un numero più alto del nostro, siamo il secondo paese in Europa e il primo considerando paesi per dimensione di abitanti simile al nostro”. Da notare che la Germania a ieri alle 12 aveva effettuato 417.060 vaccini, 91mila in più dei nostri alla stessa ora. A ieri ha detto Arcuri “abbiamo ricevuto e distribuito 919.425 vaccini Pfizer”.

Il vaccino Moderna garantisce una copertura (94%) comparabile con quella del Pfizer dovrebbe offrire una copertura fino a due anni ed è indicato a partire dai 18 anni di età, anziché dai 16. Diversa anche la distanza fra le due dosi: due somministrazioni a distanza di 28 giorni per Moderna, invece che di almeno 21. Il vaccino Moderna ha però un grosso vantaggio: è stabile tra +2° e +8° per 30 giorni, quindi è molto più gestibile del Pfizer. L’Italia doveva riceverne 1 milione 346 mila dosi entro fine marzo, ma con ogni probabilità le consegne saranno a quella data del 20-25% inferiori. Le dosi mancate dovrebbero essere recuperate nel secondo quadrimestre, quando dovrebbero essere quasi 5 milioni, mentre nel terzo dovrebbero tornare a 4,7 milioni.

quotidiano.net

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