Continuano i contagi da Covid anche se il virus non desta grande allarme da la popolazione. La situazione negli ospedali è sotto controllo ma resrta il rischio per i fragili e gli anziani. Ecco perché la gestione degli asintomatici resta un problema soprattutto se si trova in luoghi sensibili come scuole o posti di lavoro al chiuso (chi ha febbre e tosse deve restare a casa). Tra le ipotesi a cui stanno lavorando i tecnici ora c’è quella di raccomandare l’uso della mascherina e il ricorso quando possibile allo smart working.
Le regole previste dal governo
Le regole in realtà non mancano: la circolare dell’11 agosto, firmata dal nuovo direttore della prevenzione del ministero della Salute Francesco Vaia, che di fatto ha confermato l’abolizione dell’isolamento per i positivi decisa per legge, parla infatti chiaro. La circolare raccomanda infatti per chi è positivo di “indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie (mascherina chirurgica o FFP2), se si entra in contatto con altre persone”. Se si è sintomatici (febbre, tosse, ecc.) la raccomandazione è quella di “rimanere a casa fino al termine dei sintomi”. Tra le altre misure raccomandate c’è la «corretta igiene delle mani» e soprattutto l’invito a “evitare ambienti affollati” e “il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza, ed evitare di frequentare ospedali o Rsa”.
Sulla scuola è stato istituito un tavolo interministeriale, tra tecnici del ministero dell’Istruzione e della Salute, per monitorare l’evolvere della situazione epidemiologica e per valutare le eventuali misure di prevenzione da assumere nelle scuole, qualora il Covid dovesse rialzare la testa. Il tavolo si riunirà periodicamente, con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione della situazione. Tra le questioni su cui si sta riflettendo c’è anche quella della gestione degli asintomatici: l’ipotesi sempre al vaglio è quella di raccomandare per gli studenti positivi e asintomatici l’impiego della mascherina (in linea con quanto prevede appunto la circolare dell’11 agosto), ma resta il problema che soprattutto per i bambini questo potrebbe provocare qualche disagio visto che il piccolo studente sarebbe l’unico a indossarla.
Dubbi sullo smart working
Per quanto riguarda i luoghi di lavoro le riflessioni sono in corso e comunque qui potrebbe scattare anche la strada delle regole interne decise dalle singole aziende. Ma tra le ipotesi che si stanno facendo strada c’è quella di raccomandare agli asintomatici lo smart working: ”L’impegno è quello di individuare i casi nei quali la presenza a lavoro non implichi un rischio epidemiologico, ovvero, favorire dove possibile eventuali forme di smart working”, ha spiegato Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale, al termine del confronto con il Dg della Salute Vaia. Sul tavolo, tra gli altri, anche il tema dei certificati di malattia in caso di positività al Covid e le relative implicazioni epidemiologiche e burocratiche. Per la certificazione di malattia riferita a soggetti sintomatici Covid positivi, ad esempio, rende noto Scotti, “il direttore Vaia ha rassicurato che si attiverà con i propri uffici per un confronto con l’Inps al fine di individuare le migliori procedure da attivare ed evitare fraintendimenti tra i medici di medicina generale e i loro pazienti e per attivare procedure di condivisione della diagnosi con i medici fiscali”.
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