Corsi di recupero a pagamento: esplode la protesta in una scuola di Cosenza

corsi di recupero
“Una proposta inaccettabile” – Fa discutere il caso dei corsi di recupero a pagamento. E’ accaduto al Liceo Fermi di Cosenza, dove il preside Michelina Bilotta ha introdotta la novità nel corso del primo quadrimestre, scatenando l’ira di docenti e studenti.
“La proposta è incostituzionali e inammissibile” – protestano dalla scuola. Gli studenti chiedono un passo indietro immediato da parte della dirigenza. “Introdurre le ripetizioni a pagamento a scuola è ingiustificabile e grave, non solo dal punto di vista deontologico: significa trasformare in costosi lussi i diritti degli studenti e discriminarli sulla base delle proprie condizioni economiche- commenta Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti.
“L’art 3 della nostra Costituzione nonché lo Statuto dei diritti delle studentesse e degli studenti ci dice invece che la scuola deve essere accessibile a tutti e impegna le istituzioni ad abbattere le barriere socio-economiche che impediscono il libero accesso all’istruzione e ai saperi in generale – continua Campanelli. Introdurre simili fattori di discriminazione in una regione come la Calabria, con un tasso di dispersione tra i più alti d’Italia, è inammissibile. La negazione dell’esercizio del diritto allo studio è infatti da sempre il primo fattore di discriminazione sociale e causa prima di immobilismo sociale: non si possono legare le possibilità d’apprendimento alle disponibilità economiche di partenza delle famiglie”.
“L’assenza cronica di risorse per la scuola pubblica, frutto delle politiche di privatizzazione e di tagli indiscriminati degli ultimi anni, rende sicuramente problematico per i singoli istituti garantire anche i più elementari servizi. Ciò non può tuttavia diventare in alcun modo la scusante per gestioni autoritarie e manageriali delle scuole autonome – continua nella nota l’Uds. Noi chiediamo pertanto che si rispettino i diritti degli studenti e si faccia immediatamente e in maniera chiara un passo indietro, affinché l’esperienza di Cosenza non diventi in alcun modo un precedente per il nostro sistema scolastico tutto”.

 

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