Coronavirus, Boris Johnson attacca le università inglesi che fermano le lezioni: ‘Create un danno, rispettate le indicazioni del governo’
“Dovreste smetterla di adottare misure per vostro conto e seguire le indicazioni del governo e degli esperti”. È l’attacco del governo conservatore di Boris Johnson a molti atenei del paese che hanno deciso di prendere misure più restrittive rispetto alle indicazioni del governo britannico per proteggere la comunità studentesca composta, in alcuni casi, per il cinquanta per cento da studenti internazionali che non ci stanno a fare da cavie per testare se la strategia dell’immunità di gregge sarà quella vincente oppure no.
“Vorrei esortare qualsiasi istituto di educazione, scuole, asili, università e college ad attenersi alle indicazioni mediche e scientifiche- afferma Gavin Williamson, segretario per l’istruzione del governo Johnson- non c’è motivo di chiudere gli istituti in questo momento”. “Solo i viaggi all’estero sono annullati – ha aggiunto Boris Johnson – ma una chiusura di massa degli istituti scolastici farebbe più male che bene”.
Sono sempre di più, infatti, le università che decidono di prendere provvedimenti che possono mettere a rischio la strategia di BoJo e dei suoi consiglieri scientifici, per rassicurare la comunità studentesca. Prima fra tutti l’università di Oxford che oggi ha confermato il sesto caso di studente affetto da coronavirus, seguita a ruota dagli atenei più importanti del paese che hanno deciso di annullare esami, lezioni e incontri. “Non siamo cavie del governo – ha affermato uno studente indiano della London School of Economics che vuole rimanere anonimo – appoggio completamente la decisione della mia università di sospendere le lezioni dal 23 marzo. Io comunque ho preso il primo biglietto disponibile per l’India, partirò domani”.
Studenti a Oxford. Agf
“Dal momento che siamo studenti internazionale, molti di noi non possono stare vicini alla propria famiglia in questo momento e sappiamo che pensare ai prossimi mesi qui può spaventare alcuni di noi, probabilmente molti, non sentono di stare ricevendo un adeguato supporto dalle istituzioni di questo paese – afferma in un comunicato l’Italian Society del King’s College London- ma non siamo soli, siamo tutti nelle stesse condizioni e l’Italian Society è qui per offrire il proprio supporto e tutto quello di cui avete bisogno”.
Grandissima preoccupazione anche da parte dei genitori che sono in Italia in quarantena e che pensavano i ventenni a studiare in un papese sicuro. La strategia del governo di far andare tutto avanti normalmente (“business as usual” come ha dichiarato BoJo) cercando di arrivare all’immunità di gregge attraverso una sorta di selezione naturale è sembrata tremenda a tanti, ma soprattutto agli studenti e ai lavoratori internazionali che vedono i loro paesi prendere misure sempre più severe per contenere la pandemia.
Boris Johnson. Getty Images
“Arriveranno a obbligarci a infettarci tutti quanti?” si chiede Mattia che lavora in un locale della City. Molti aspettano indicazioni dalle ambasciate e dai governi dei propri paesi per capire come comportarsi in una Gran Bretagna che ha scelto la via del cinismo. Vedremo se anche i cittadini britannici, dopo che inizieranno a vedere gli effetti della politica di Johnson si abitueranno veramente a “veder morire i (loro) cari prima del tempo” o se cederanno e chiederanno al governo di adottare le misure che molti altri paesi in questo momento scelgono di adottare. Tutto dipende dal carattere del popolo britannico e se sarà capace di metabolizzare e fare suo il cinismo del loro primo ministro.