Contro la cecità i ricercatori italiani inventano il primo impianto miracoloso

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Circa 15 mila italiani convivono con la retinite pigmentosa, una malattia degenerativa dell’occhio di natura ereditaria, che colpisce le cellule della retina e può portare progressivamente alla cecità. Secondo le stime, ogni anno 30 italiani perdono la vista a causa della malattia e finora per loro non esistevano trattamenti o soluzioni. Prima nel mondo, l’Italia ha introdotto il sistema di protesi retinica della californiana Second Sight, che permette di restituire funzionalità visiva ai pazienti resi ciechi dalla malattia. Presentati oggi a Milano, in un incontro organizzato in occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare, in programma il prossimo 28 febbraio, i risultati dei primi otto impianti su pazienti italiani.

”Un successo e un primato per il nostro Paese di cui siamo orgogliosi. Abbiamo realizzato a Pisa il primo impianto al mondo dopo l’approvazione europea e siamo primi per numero di impianti realizzati – dichiara Stanislao Rizzo, Direttore del reparto di Chirurgia oftalmica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana – . Finora non esistevano opzioni di trattamento di efficacia scientificamente provata per i pazienti affetti da retinite pigmentosa. Con la protesi retinica, i fotorecettori danneggiati sono sostituiti da un microcomputer in grado di trasformare e trasmettere l’impulso luminoso, ricevuto da una telecamera montata sugli occhiali del paziente, alle cellule nervose della retina ancora attive. I pazienti, quindi, imparano a interpretare questi stimoli recuperando funzionalità visiva: da una cecità totale riacquisicono una certa autonomia e possono vedere naturalmente la differenza tra giorno e notte, la forma degli oggetti, la sagoma di una persona, di una porta. Una vera rivoluzione”. E’ di pochi giorni fa, il 14 febbraio, l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) statunitense per l’avvio degli impianti protesici anche negli Stati Uniti. Il prossimo passo sarà ”la realizzazione di un modello di governance innovativo, per garantire accessibilità e rimborsabilità dell’impianto a tutti i pazienti italiani che possono trarne beneficio”.

A scendere in campo per questo traguardo è il neonato Comitato Scientifico per la Protesi Retinica dell’Azienda Ospedaliera di Pisa, presieduto da Elio Borgonovi, Docente di Economia e Management delle Amministrazioni Pubbliche e Presidente Cergas, Università Bocconi, che da anni combatte contro la retinite pigmentosa. ”Al momento possono sottoporsi all’intervento solo pazienti completamente ciechi che hanno sviluppato la forma piuù severa di malattia- spiega Rizzo -. La protesi è fissa, l’impianto resterà sulla retina per il resto della vita dei nostri pazienti, ma il software che regola la proiezione di immagini è in continuo sviluppo e stiamo assistendo a un continuo miglioramento delle performance visive dei pazienti. Per il 2016 è prevista una protesi con 240 elettrodi, cioè una densità 4 volte migliore di quella che impiantiamo oggi e questo permetterà  quindi di estendere il campo di applicazione anche a pazienti che hanno una vista migliore rispetto a coloro che sono adesso candidabili all’intervento”.

 

 

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