Concorsone, la carica dei 300mila. Si presentano in meno del previsto. Le domande più difficili quelle di lingua straniera

 

 PALERMO – Istituto alberghiero Pietro Piazza

Ci sono una giornalista, un architetto, una maestra precaria e un docente universitario a contratto tra gli aspiranti ‘professori’, che a Palermo hanno sostenuto la prova nell’istituto alberghiero Pietro Piazza. Sono circa 46 mila i candidati nel capoluogo siciliano e nella provincia, che hanno partecipato al ‘concorsone’, suddivisi in quattro turni per ciascuna scuola (8 a Palermo, tre nella provincia, due a Bagheria e una a Partinico).

”E’ andata bene, nel mio caso e’ capitata una batteria di domande piu’ semplici rispetto a quelle a cui ho risposto durante l’esercitazioni – dice Paola Castiglia, 35 anni, laureata in filosofia, giornalista pubblicista che scrive per la testata ‘La Voce’ di Cefalu’ – Ho provato il concorso per insegnare storia e filosofia, nella mia classe il 40% dei candidati ha superato la prima prova”. Mauro Calo’, 38 anni, fa l’architetto in uno studio privato di Cefalu’, anche lui ha provato il concorso per insegnare tecnologia delle costruzioni e ha superato il test. ”Ho risposto a 47 domande correttamente su 50 – racconta -, sono stato fortunato anche perche’ ho ritrovato molte delle domande del simulatore su cui mi sono esercitato.

E’ stato fondamentale seguire il suggerimento di non rispondere alle domande su cui si era incerti”. Da dodici anni, invece, e’ insegnante della scuola primaria precaria, Angela Marte, 45 anni. ”E’ andata male, non ci sono parole. Ho gia’ superato tre concorsi – dice la maestra che ha due figli e vive a Villafrati nel palermitano – ho speso tanti soldi, continuero’ a fare la precaria bene che vada se sono fortunata insegno per una settimana nello stesso istituto, di solito mi assegnano a scuole diverse, in giorni diversi della settimana”.

Luciano Sesta, 38 anni,invece, e’ docente a contratto nella facolta’ di Scienze della formazione dell’ateneo palermitano, dove insegna Bioetica e filosofia morale. Anche lui ha superato la prova. ”Nella mia classe tre ‘aspiranti’ professori di filosofia su 7 hanno superato il test, non era una prova impossibile – dice Sesta, sposato con tre figli – ma di certo e’ complicato entrare nella logica di questo tipo di test”

 

Istituto alberghiero Pietro Piazza (Palermo)

 

 

MILANO.  Scuola Santa Caterina da Siena

E’ arrabbiata Anna, 40 anni, perche’ non ha passato la preselezione al quiz del concorsone per un posto nella scuola. ”E’ un test senza criterio”, dice appena uscita dall’istituto dove sono previste quattro sessioni di esame nell’arco della giornata, per un totale di 200 candidati. ”Non si pu•’ parificare tutto – aggiunge – bisognava fare test diversi per ogni ordine e grado”. A parte qualche altra faccia cupa, sono numerosi i sorrisi di chi esce dall’istituto, compresa la prima a finire: ”Il test era esattamente come me lo aspettavo, identico alle simulazioni fornite dal ministero dell’Istruzione”, spiega un’insegnante. Anche tra coloro che lo hanno passato, pero’, c’e’ qualche perplessita’:

”La mia impressione e’ che non ci sia stata molta selezione – afferma Daniela, 40 anni- mi sarei aspettata una piu’ severa scrematura, invece siamo ancora troppi”.

TORINO – Istituto Amedeo Avogadro

‘Prova superata!”. E’ raggiante Barbara, 38 anni, da 7 anni insegnante in una scuola media di Piossasco, che questa mattina ha superato la prova preselettiva del ‘concorsone’ per docenti. ”La prova era molto difficile quindi abbiamo dovuto prepararci bene”, commenta la candidata all’uscita dall’Istituto Tecnico ‘Amedeo Avogadro‘ di Torino. ”Ora – dice – voglio solo festeggiare e passare di ruolo”.

Cristina, 33 anni, da 13 insegnante in una scuola materna, non ce l’ha fatta: ”Prova non superata, ma me lo aspettavo”. ”In tutta sincerita’ – spiega – il test era fattibile, ma lavorando e con un figlio e una famiglia da mandare avanti e’ stato difficile prepararsi. Del nostro gruppo, solo una persona su 6 ha superato la prova”. Sono 15 mila, in Piemonte, gli insegnanti che aspirano ad uno dei 604 posti di ruolo destinati alla regione.

(fonte Ansa)

FIRENZE.  Liceo scientifico Castelnuovo

Il liceo scientifico Castelnuovo è  una delle sedi dove si e’ tenuta la prova.

Liceo Castelnuovo – Firenze

 

Facce incupite, poca voglia di parlare e molta di tornare rapidamente a casa (per alcuni molto lontana) sotto la pioggia battente: cosi’ si presentano i primi ‘reduci’ della preselezione fiorentina al quiz del concorsone per un posto nella scuola.

 ”A me e’ andata bene – racconta Giuliana, dal Veneto – ma questo non significa che questo test non sia una lotteria natalizia, del tutto priva di valore selettivo e inutile a risolvere il problema del precariato nel nostro settore”, scuote il capo, valigia alla mano, prima di prendere un taxi. Con lei, e della stessa opinione, Annarita, pugliese, che non ce l’ha fatta, a passare ”per due soli maledetti punti”, spiega.

”Non mi sento demoralizzata perche’ in pratica e’ una specie di sorteggio – ironizza facendo spallucce – ma certo, come si faccia a valutare le competenze di un insegnante con queste domandine proprio non lo so. Molto meglio sarebbe una prova classica”, dice.

E’ andata male anche a Cinzia, venuta fin qua da Catania, che taglia corto: ”Ho fatto una sciocchezza, ho perso solo un sacco di tempo e soldi”.

Per Anna, livornese, il quiz era ”fattibile, con un po’ di fortuna: ma io – dice – non l’ho avuta, cosi’ come non ho avuto il tempo di imparare tutti i quiz a memoria…”. Davvero contento sembra, invece, Carlo, di Perugia: ”Era una prova facile, bastava solo prepararsi un po’. Io non l’ho nemmeno fatto – svela – e sono passato lo stesso”. ‘

‘In bocca al lupo a tutti i candidati al ‘concorsone’. Che sia davvero l’occasione per alzare la qualita’ della nostra scuola pubblica…”, aveva postato stamani su Facebook, il sindaco di Firenze Matteo Renzi.

(fonte Ansa)

 

ROMA – Liceo Giulio Cesare

 Entrano i primi candidati. Alla scuola Giulio Cesare di Roma incontriamo Cinzia: “Lavoro con un contratto a tempo indeterminato per una finanziaria. Non ho mai insegnato nonostante abbia una laurea vecchio ordinamento. Ci provo per non precludermi nessuna strada. Ora sono sposata ed ho un bimbo piccolo. Mi farebbe comodo riuscire ad insegnare”

 

 

Roma –  Liceo Montale di via Bravetta  escono i primi concorrenti.

Mario risponde alle domande di corriereuniv: ” La prova è andata benissimo.  Le domande erano le stesse delle simulazioni, quindi ero giá preparato. Io ho una laurea in chimica, lavoro per un’azienda privata e non ho mai insegnato.  Voglio comunque provarci e se dovesse andare male la fase successiva, continuerò a fare il mio lavoro, crisi permettendo”.

Dal Montale Escono tutti quelli del primo gruppo.

Per M.P è  andato tutto bene. “Le domande erano facili ma inutili alla fine della selezione del personale docente. Sono un’insegnate precaria, e continuerò ad insegnare anche se non dovesse andar bene il concorso”.
 
Bene anche per Sonia T. che tuttavia lamenta: “Un test troppo nozionistico. Sono una supplente di educazione musicale e continuerò con e supplenze se non dovessi passare di ruolo”.
 
Non passa i test C. G “Ho risposto correttamente a 35 quesiti, tutti inutili. Sono una precaria abilitata, le mie speranze vanno oltre questo concorso. Aspetto giugno per la stabilizzazione”
 
 
E’ andata bene anche a Carmelo Albanese (nella foto in alto) che tuttavia afferma: “E’ un’assoluta follia e delirio. Questi test preselettivi non hanno nessuna attinenza con il ruolo dell’insegnante in classe e anzi fanno passare l’idea negativa che questo tipo di prova sia utile per quello che è poi il lavoro del docente con i ragazzi. Così scompare la critica, scompare l’emotività, tutto si riduce a occasione, test, nozionismo. Sono giornalista e scrittore, per due anni ho insegnato come cultore della materia all’università. Continuerò con quello che sto facendo ora, ma il concorso sarebbe  un’opportunità in più”.
 
Non passa Antonella Cucinelli: “Domande inutili, uguali per ogni classe di concorso e senza attinenza con quello che è il lavoro in classe. Sono una precaria nonostanta abbia già vinto un concorso nel 1999. Continuerò ad insegnare”.
 
Passa la prova  Marilena N., insegnante precaria  che tuttavia polemizza contro le modalità di selezione. “Sono domande che servono a fare una scrematura, ma non sono assolutamente attinenti”
 
Passa Emanuala P. insegnante di  matematica alle scuole medie ritiene “Che il concorso non tiene conto dei titoli effettivi, dell’esperienza maturata sul campo”

Roma –  Al liceo Giulio Cesare si prepara il secondo gruppo di candidati. Incontriamo Gloria Latorre

Gloria Latorre

“Lavoro in una società privata e tento il concorsone perchè voglio lavorare nel pubblico. Mi sono preparata molto su internet, sui test del Miur. Forse hanno piu diritto ad entrare i mie colleghi che lavorano gia nel pubblico e sono precari da anni, ma per me questa è una opportunità

Luca, Archeologo, impegnato in un dottorato di ricerca: “Voglio avere un contatto diretto con gli studenti e credo che una opportunità vada data a tutti. Anche se il concorso lo trovo assurdo come assurdo è tutto il sistema. Viviamo in una fabbrica di concorsi”

 

 

Roma – Liceo scientifico Keplero 

 

Quasi tutti i candidati dichiarano che il tempo concesso loro per prepararsi, 20 giorni appena, non è stato sufficiente. Il vero rompicapo per i primi 17 candidati che hanno affrobtato i test, sembra sia la lingua straniera. “Troppa grammatica nelle domande, troppa rispetto agli standard di preparazione che ci offre la scuola italiana, nettamente al di sotto di quelli europei2. Chi ha superato la prova afferma “I test erano facili”. Chi non l’ha superata invece protesta contro le modalità di selezione. ” Io avrei preferito prima una selezione specifica dei candidati e poi il quiz di cultura generale, non viceversa come si sta procedendo” – ha commentato Giulio.

 

ROMA.  Istituto Malpighi 

 

Il volto all’uscita è quello di sempre. Alcuni preferiscono andare via senza parlare, altri si fermano per commentare le domande. Non ha voluto dire il suo nome, ma di rabbia ce n’era davvero tanta.

Il concorso? È tutta una grande farsa. È un imbuto che non porta da nessuna parte” – commenta l’insegnante al termine della prova. “C’erano domande di inglese a cui nemmeno un madrelingua avrebbe risposto, roba da condizionale del terzo tipo”.

Quando si passa sull’argomento preparazione poi, il risentimento sale ancor di più. “Sono un architetto professionista e devo dire che nessuna, e ripeto nessuna, delle domande, aveva a che fare con la mia materia di competenza. Alcune presupponevano l’uso di equazioni e di nozioni insiemistiche. È una cosa inaccettabile”.

Capitolo tempo. “50 minuti sono davvero pochi per una prova del genere. Oggi la situazione è che circa il 70 % dei candidati non ha superato il test, almeno per quanto riguarda il mio turno”.

Il discorso riguarda anche la questione del merito. “Non credo che questo sia il modo migliore per testare la preparazione degli insegnanti. Ho alle spalle 15 anni di precariato. Venga a vedere lei in che condizioni lavoriamo: le lavagne cadono a pezzi, ogni settimana facciamo una colletta per la carta igienica e per il sapone, manca un minimo di vigilanza. Personalmente, fare io un test a tutti quelli che si sono succeduti nella scuola negli ultimi anni, per vedere la loro, di preparazione”.

In ultimo, arriva lo sconforto. “Questo è un Paese allo sfascio. Il governo non ha fatto altro che tagliare la scuola e la sanità. Stiamo andando velocemente verso un modello americano. Personalmente, ho 3 abilitazioni e tanti anni di esperienza alle spalle, ma, dopo tutto questo, lascerò l’insegnamento. Anche noi insegnanti abbiamo una dignità”.

 

 

BOLOGNA.  Istituto tecnico Crescenti Pacinotti.

Istituo Tecnico Crescente Pacinotti – Bolognat

In totale 450 ragazzi al giorno presso l’istituto di via Saragazza,  20 per ogni turno. L’età media è di 40 anni . Il tempo è di 50 minuti, ma alcuni candidati lasciano le aule già al 30′.

“Troppo poco tempo a disposizione. Le domande erano simili a quelle delle simulazioni. Quelle di logica erano sostenibilissime. Ma il tempo scorre veloce e la fretta gioca brutti scherzi”. Quasi tutti i candidati hanno già un lavoro. “Lavoro per una compagnia assicurativa – spiega Filippo, uno dei sette che ha superato la prova – ma mi è sempre piaciuta l’idea di poter insegnare un giorno. Vediamo cosa accade”. Tra i candidati bolognesi anche molti laureandi in materia umanistiche. “Per noi che compiamo studi umanistici l’insegnamento è davvero una delle poche possibilità di lavorare – dichiara Orsola  a corriereuniv – non ho superato i test. Chissà se un giorno avrò un’altra possibilità di partecipare ad un concorso

 

Bologna – Istituto Augusto Righi 

Augusto Righi – Bologna

Per i candidati che hanno partecipato alle prove che si sono svolte presso l’Augusto Righi, la prova era abbastanza semplice. Molti degli intervistati sono insegnanti educatori o liberi professionisti, tutti con una comune osservazione: “le domande non prendono in considerazione gli studi pregressi”.  Per  Vera Turchi, insegnante di economia aziendale che ha superato i test: ” Le domande non sono state pensate per insegnare ai ragazzi, erano inutili al fine della selezione del personale docente”

Nel pomeriggio gli ultimi due turni.  Agar Barboni, docente di disegno e storia dell’arte  dice: “non sono passata, le domande le ho trovate inutili ai fini dell’insegnamento – poi continua – sono molto arrabbiata con il ministero perchè ha aperto il concorso a tutti anche a coloro che non avevano la SISS e non erano in graduatoria come insegnanti. Io come docente mi sento anche penalizzata”

 NAPOLI. Corriereuniv è al Giustino Fortunato. 

Istituto Tecnico Giustino Fortunato

Si è presentata solo la metà dei candidati. Età media 35 anni, tutti con trolley al seguito. Di quanti hanno fin’ora sostenuto la prova, solo un terzo sembra cel ‘abbia fatta. Abbiamo ascoltato qualcuno.

Alessandro 39 anni, viene dall’Abbruzzo: “Sono arrivato alle 9 e 7 minuti, per 2 minuti non mi hanno fatto accedere alla prova. Non vado via da quì fin quando non verrò a conoscenza del regolamento. E’ impensabile escludere una persona che arriva da fuori e tarda per una manciata di secondi. Ho diritto a partecipare a questo concorso.”

Rosella, 31 anni di Caserta: “Lo trovo un test ingiusto, poco equo. Sono sicuramente avvantaggiati coloro i quali hanno un tipo di formazione scientifica” .

Per quasi tutti gli aspiranti insegnanti napoletani: “Il concorso è un modo per provare a tornare a Napoli. Ma nei fatti offre poche possibilità reali ai giovani. Sembra piuttosto l’ennesima passerella politica alla vigilia delle elezioni”. Per altri “è un lavoro che porta via poco tempo e fa guadagnare dignitosamente.

 


Dai nostri inviati Anna Di Russo, Ivana Berriola, Raffaele Nappi, Giovanna Padalino, Chiara Cecchini

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