Ciao mi chiamo “SENZA NOME”

Bambini nel mondo che nascono e crescono senza documenti e noi?

Chi sei?
X
Come ti chiami?
X
Come si scrive?
X
Di dove sei?
Non lo so.
Dove sei nato?
Non lo so.
Dove vivi?
Non lo so.
 
Domande che non ricevono alcun tipo di riposta, perché non si ha mai davvero avuto traccia di sé.
Quando i bambini italiani nascono, i genitori li registrano all’anagrafe comunale, magari anche qualche giorno più tardi, ma vengono al mondo forniti di dati. Tutti i MARCO e tutte le FRANCESCA possiedono un nome, un giorno di nascita, una residenza e uno stato di famiglia: chi è il padre e chi è la madre.
Esistono invece nel mondo, bambini che vivono senza essere mai esistiti. Sono “bambini invisibili”, perché nessuno li ha mai chiamati, né registrati su un pezzo di carta. Non c’è nessun indizio su di loro, né per lo Stato, né per il resto del mondo.
In Asia, in Sud America e in Africa questa condizione di vita è ritenuta normale. E noi, italiani, di conseguenza, potremmo arrivare quasi a pensare che se manca il cibo è relativamente scontato che non ci sia qualcuno che “garantisca” e certifichi la loro nascita. In questi posti non così lontani, come si usa pensare, si vive senza documenti.
In Occidente una vita senza certificati sarebbe impossibile. Se solo pensassimo a quante carte ci ritroviamo senza accorgerci, nel portafoglio o in un cassetto a portata di mano. Fogli che ci identificano continuamente: la carta d’identità, la patente, il codice fiscale, la tessera sanitaria, la tessera dello studente, il libretto degli esami, il badge dell’ufficio, la tessera del viaggiatore con tanto di raccolta punti, il tesserino elettorale, la tessera del supermercato o della profumeria di fiducia, della libreria fidelizza, il conto corrente, le carte di credito e i bancomat.
Sono 51 milioni i bambini nel mondo che non vengono registrati, dati riportati dall’Unicef, e che l’iniziativa “BRAVO!”, promossa dalla Comunità di San Egidio, vorrebbe proteggere, ponendosi come scopo la tutela dei diritti umani nel paese africano.
I volontari hanno iniziato il loro progetto nello stato del Burkina Faso, in cui il 67% dei bambini sono “invisibili”. BRAVO è l’acronimo di “Birth registration for all versus oblivion”: un censimento che si spera, potrà sconfiggere qualsiasi abuso che implichi la scomparsa dell’identità e diventare una prima conquista per sottrarre gli uomini, le donne e i bambini al “traffico umano”, da quello degli organi alla prostituzione, dal lavoro dei piccoli schiavi a quello dei bambini soldato.
Pensiamo per un secondo all’importanza che diamo ogni giorno noi ai nomi, ai nomignoli e alla necessità continua di “taggare” oggetti, persone, foto ed eventi con tanta nonchalance. Riflettiamo invece, sul valore che potrà dare un bambino africano ad un nome, il suo, proprio nome.
Per chi fosse interessato a partecipare all’iniziativa può consultare il seguente sito
https://www.santegidio.org/index.php?pageID=158&idLng=1062
Tiziana Petruzzelli

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