ChatGPT a lezione, come l’intelligenza artificiale può aiutare gli insegnanti in classe

Secondo un Report del 2018 realizzato di IIkka Tuomi per la Commissione Europea, The Impact of Artificial Intelligence on Learning, Teaching, and Education, anche se è stato scritto alcuni anni prima del rilascio di Chat GPT, emerge come gli effetti dell’intelligenza artificiale sul mondo della scuola siano molto rilevanti e riguardino quasi tutti gli ambiti della didattica. Ad esempio: la progettazione di materiali da utilizzare in classe; la personalizzazione e la possibilità di adattare le metodologie alle differenti esigenze degli studenti; le modalità di valutazione dei progressi scolastici degli studenti; la possibilità di offrire tutoraggio agli studenti per allenarsi nell’apprendimento.

L’intelligenza artificiale permette di ottenere materiali didattici – per ora solo testuali – ma in un prossimo futuro anche multimediali ed esercitazioni (così come la loro risoluzione) in tempi molto rapidi. In questo modo l’insegnante può personalizzare l’apprendimento in maniera semplice ed efficacie e generare set di attività per il recupero oppure per gli studenti che vogliono approfondire un determinato argomento. Vediamo alcuni esempi: “Genera a partire dai concetti di spazio e di tempo che Kant delinea nella Critica della ragion pura quattro domande di verifica delle conoscenze; definisci le modalità dell’uso del past continous e genera tre esercizi a completamento per la classe terza della scuola superiore di primo grado; compila un programma in C ++ che permetta di disegnare una parabola, spiegane il funzionamento e proponi tre esercizi che permettano di esercitarsi su questo programma”. Basta inserire i prompt esemplificativi, qui sopra, nella finestra di Dialogo di Chat GPT o di Bing, il motore di ricerca di Microsoft, e ci si rende conto di quanto sia facile personalizzare per la classe o i singoli allievi i materiali e le attività di apprendimento.

Valutazione

Il pedagogista Paolo Ferri scrive sul Corriere della Sera che la valutazione è l’ambito “in cui l’intelligenza artificiale è più facilmente spendibile già da subito nella pratica didattica. Gli “agenti conversazionali” possono generare esercizi e test di verifica con estrema facilità”. Come? Chat GPT genera test di verifica delle più svariate tipologie: a scelta multipla, a domanda aperta, di completamento, di ordinamento, vero o falso ecc., e le relative soluzioni. In questo modo la correzione delle verifiche diviene molto più rapida ed efficace. “L’aspetto più interessante – continua Ferri – è il fatto che si potranno proporle agli studenti più frequentemente. Un maggior numero di elementi valutazione permetterà di mantenere più allineate le competenze degli studenti di una classe e in prospettiva di diminuire gli abbandoni e migliorarne le competenze. Anche il tutoraggio attivo degli studenti è un campo di sviluppo interessante per gli agenti conversazionali”. Insomma l’insegnate può predisporre un base dati di testi e attività ed esercitazioni nell’ambiente virtuale della scuola e renderle disponili agli studenti. Su queste base dati gli studenti potrebbero esercitarsi a casa ed avere in tempo reale o differito una correzione autorevole, basata cioè su attività progettate specificamente per loro dagli insegnanti e validate dalla scuola.

Più tempo per educare

Nel caso delle lingue straniere, ad esempio, alcune aziende private già rendono disponibili tool on-line di tutoring basati sull’intelligenza artificiale dove mettere alla prova la conversazione, la grammatica e la sintassi delle lingue straniere. “Siamo consapevoli che il clamore che si è generato sui media rispetto all’intelligenza artificiale e l’oggettiva mancanza di sperimentazioni validate sul campo impedisca di avere la giusta distanza critica per una valutazione obiettiva dell’efficacia di questi strumenti e allo stesso modo siamo consapevoli dei rischi che un uso inappropriato di questa nuova tecnologia può comportare”, afferma Ferri. “Risulta altrettanto chiaro, però, le attività che si prestano di più ad essere assistite, se non automatizzate, sono quelle più ripetitive e meccaniche”. In questo modo, secondo il professore, si potrebbe liberare una porzione, ancora da quantificare, del lavoro degli insegnanti da dedicare alla relazione educativa, alla motivazione e al supporto agli studenti, oltre che alla progettazione didattica: questo potrebbe davvero migliorare i sistemi di istruzione contemporanei.

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