Milano, concorsi truccati in università: rinviati a giudizio i rettori della Statale e del San Raffaele

Elio Franzini ed Enrico Gherlone sotto accusa per l’assegnazione di un posto da ordinario di Urologia al San Paolo. Processo il 5 luglio. Franzini: “Ho lavorato per il bene dell’università”

I rettori dell’Università degli Studi di Milano, Elio Franzini, e dell’Università Vita-Salute Dan Raffaele di Milano, Felice Enrico Gherlone, sono stati rinviati a giudizio dal giudice delle indagini preliminari Cristian Mariani insieme ai docenti Francesco Montorsi (professore ordinario di Urologia al San Raffaele), Marco Carini (ordinario di Urologia all’Università di Firenze), e Stefano Centanni (direttore del Dipartimento Scienze della Salute alla Statale) per le irregolarità che secondo l’accusa dei pm Carlo Scalas e Bianca Maria Eugenia Baj Macario viziarono nel 2020-2021 il concorso per un posto di professore ordinario della cui commissione aggiudicatrice era presidente Carini. 

Il processo

Si celebrerà il 5 luglio il processo per vagliare l’imputazione di turbativa d’asta (più una ipotesi di falso per Franzini). L’assunto dell’accusa, nata dall’incrocio tra un fascicolo di Firenze e uno di Milano, è che un primo concorso bandito dalla Statale per un posto all’ospedale San Paolo fosse nato dovendo già avere un vincitore predestinato (Bernardo Maria Cesare Rocco) nell’interesse del caposcuola fiorentino Carini: al punto che allora gli urologi milanesi (capitanati da Montorsi) erano insorti contro quello che ritenevano una intesa solo tra Carini e Franzini, e avevano preannunciato una sorta di ostruzionismo consistente nel presentare tutti domanda, in modo da battere il predestinato (dal profilo soccombente rispetto a loro) e poi però non accettare la chiamata per fare andare a vuoto il concorso, così tra l’altro evitando (altro piano di scontro degli interessi in gioco) che il potenziamento del San Paolo andasse a scapito del gruppo San Donato della famiglia Rotelli. 

La chat

A sbloccare la situazione, secondo l’indagine, sarebbe stato un patto spartitorio che – come poche volte accade, hanno rimarcato i pm in discussione – è stato possibile ricostruire chiaramente in una chat sequestrata sul telefonino di Carini e risalente a dopo una cena il 2 ottobre 2020 con Montorsi e con il non indagato Vincenzo Mirone, ordinario di Urologia a Napoli. Centanni, direttore del Dipartimento del posto bandito al San Paolo, e Carini, presidente della commissione aggiudicatrice il concorso del San Paolo, si sarebbero adoperati per far bandire entro i sei mesi successivi un posto “gemello” da professore ordinario di urologia ma presso l’ospedale San Donato, in maniera tale che anche quest’ultimo venisse gestito dalla medesima commissione giudicatrice presieduta da Carini, il quale a quel punto avrebbe garantito la vittoria del candidato indicato stavolta da Montorsi, Luca Carmignani: e solo dopo che fosse stato bandito quel posto al San Donato, Montorsi avrebbe ritirato la propria domanda e fatto ritirare quelle degli altri “rivoltosi”. 

Il quadro completo

Il mosaico piano piano prende forma, anche non senza ostacoli. Il primo è che, soprattutto all’inizio, Franzini non è entusiasta di assecondare Centanni, che parlando con gli altri chiama spesso con il soprannome di “stalker”. Il secondo è che, anche quando si decide a farlo, deve superare il fatto che per legge non si possa nominare per il secondo bando la medesima commissione aggiudicatrice se sono passati più di sei mesi dal primo bando. Il terzo ostacolo è che, quando come da patti interviene la pubblicazione del bando per il San Donato, nel concorso del San Paolo sembrano però restare però in lizza dieci partecipanti, tra i quali Montorsi.

Qui i pm valorizzano il rapporto di causa-effetto che colgono tra una telefonata di Franzini al suo omologo del San Raffaele. Franzini: “Due tuoi professori non si sono mica…Sono ancora ben presenti all’interno del concorso…Ecco, siccome c’è anche l’altro in ballo, cioè non vorrei interferenze spiacevoli sulle due procedure…perchè non si è ritirato sostanzialmente come aveva promesso… Che lui può vincere senz’altro però poi, hai capito il discorso?”. Gherlone: “Ma figurati, Basta! Ho capito! Ho capito fin troppo! Non ti preoccupare…Stai tranquillo!”, e i messaggi che subito dopo danno conto delle rinunce dei candidati tra cui Montorsi. 

Franzini: “Ho lavorato per il bene dell’università”

I difensori, oltre a contrastare questa ricostruzione nel merito, al processo coltiveranno anche la complicata questione giuridica dell’individuazione dell’ “utilità” (del reato di corruzione) nella rinuncia alla candidatura di un professore al concorso; e dell’applicabilità o meno ai concorsi universitari del reato di turbativa d’asta anziché ai soli pubblici incanti e licitazioni private, sulla scia sinora di un precedente del gip di Torino nel 2021 che nel concetto di “gara” valorizza il fatto che potenziali concorrenti sappiano di essere in competizione tra loro sulla base di criteri chiari di selezione. Immediata la replica del rettore della Statale, Elio Franzini: “Ho sempre lavorato per il bene dell’università e della sanità pubblica. La verità verrà accertata”.

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