Buona Scuola, tutto rinviato: critiche e promesse

“Le assunzioni dei precari non slittano” – E’ questo il punto fondamentale su cui si concentra in conferenza stampa il premier Matteo Renzi, alla fine di un Consiglio dei Ministri combattuto sulla riforma della scuola.
Tutto rinviato per quanto riguarda decreto legge e disegno di legge: sono state approvate solo le linee guida. “Trovo surreale il dibattito di queste ore sulla scuola: se è un decreto o un disegno di legge”, ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi ai giornalisti. “Lo strumento da utilizzare dipende dalla situazione politica — ha aggiunto — e dalle caratteristiche di necessità e urgenza. Non c’è nessun rischio che slittino le procedure di assunzione degli insegnanti previste per il 1 ° settembre 2015 — ha assicurato— ma noi facciamo una proposta al Parlamento: ci sono le condizioni perché il Parlamento in un tempo sufficiente ma non biblico possa legiferare senza dover utilizzare strumenti d’urgenza. Passiamo la palla al Parlamento”.
Il premier Renzi ha poi abbandonato la sala stampa, lasciando la parola al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: Il Disegno di Legge su La Buona Scuola? E’ stata decisione maturata con il premier per l’importanza della riforma”.
Tanti i temi affrontati dal ministro: nel 2015 priorità al digitale, alle lingue e all’inclusione. Mentre la formazione dei docenti diventa obbligatoria. Saranno 400 le ore di alternanza scuola-lavoro in professionali e tecnici, 200 invece nei licei. E sui precari: “Copriremo tutti i posti disponibili con personale di ruolo. Saranno attive – conferma il ministro – detrazioni fiscali per le famiglie i cui figli frequentano scuole paritarie”.
LE REAZIONI -“Se Renzi dice di non volere fare passi indietro noi faremo altrettanto – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’UdS – Lo spostamento della presentazione del Ddl è l’ulteriore conferma della confusione che regna nelle stanze del Governo. Siamo notevolmente preoccupati rispetto alle linee guida presentate dalla Giannini poiché rispecchiano gli indirizzi tanto contestati de La Buona Scuola. Dalla valutazione sino alla figura del Dirigente Scolastico, dallo school bonus fino alle detrazioni fiscali per gli iscritti alle private, si insegue un modello di scuola lontano dai bisogni reali del Paese. Ancora una volta è emersa un sostanziale disinteresse verso il diritto allo studio, verso un’implementazione della democrazia nella governance scolastica, verso una riforma dei cicli e tante altre istanze portate negli ultimi anni”.
“Le linee guida presentate dalla Ministra” – aggiunge Alberto Campailla, portavoce di Link Coordinamento Universitario –  “non fanno cenno nuovamente a come verrà modificato il sistema di abilitazione all’insegnamento. Come diciamo da tempo,  l’introduzione delle magistrali abilitanti dal 2016, proposte dal Governo mesi fa, rischiano di escludere una parte consistente di studenti dalla possibilità di assecondare le proprie legittime aspettative. Nonostante le numerose assemblee, le iniziative negli atenei, la raccolta firme che da tempo abbiamo avviato, manca ancora una volta una risposta chiara a queste richieste. Questo ennesimo rinvio dei provvedimenti su “La Buona Scuola” è un’offesa alle migliaia di studenti e di precari, che attendono di essere stabilizzati, e manifesta l’assoluto disinteresse del Governo per la scuola e per il futuro di migliaia di persone”.
I SINDACATI – Critico anche il sindacato degli insegnanti. Marcello Pacifico (Anief-Confedir) attacca: “Il tempo è scaduto. Se si continua così, si mette a rischio l’avvio del nuovo anno scolastico, che potrebbe essere contrassegnato da cambi di docenti in corsa e assunzioni d’ufficio prodotte dai giudici. I ripensamenti, semmai, devono essere fatti sulla cervellotica decisione di introdurre gli aumenti stipendiali per il 70% legandoli al merito, in cambio in pratica di prestazioni occasionali. Mentre gli stipendi si avvicinano alla soglia di povertà”.
Raffaele Nappi
 
 

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