l governo di Jair Bolsonaro affronta oggi la sua prima protesta di piazza, con una giornata di sciopero e manifestazioni convocate da sindacati ed associazioni di studenti, insegnanti e funzionari dell’istruzione per protestare contro la riduzione annunciata del finanziamento pubblico delle università, per un totale di 1,7 miliardi di reais, pari a poco meno di 380 milioni di euro.
Secondo i dati diffusi dal ministro dell’Istruzione, Abraham Weintraub, il taglio rappresenta il 24,84% delle cosiddette spese discrezionali, cioé quelle definite non obbligatorie, come il pagamento delle bollette dell’acqua e della luce, l’acquisto di materiale pedagogico di base e i contratti per servizi esterni
Le spese discrezionali previste per il 2019 rappresentano il 13,83% del totale del budget delle università. I rettori delle tre principali università di San Paolo, la capitale economica del Brasile, hanno pubblicato una dichiarazione comune per chiedere al governo di “riflettere” sull’importanza dell’educazione superiore e l’impatto dei ritagli. Ridurre il budget delle università rappresenta “un errore strategico che impedirà al paese di poter affrontare e risolvere le grandi sfide sociali ed economiche che affronta”, si legge nella dichiarazione, firmata dai rettori delle università della città di San Paolo – la principale del paese – dello stato omonimo e di Campinas.
Le mobilitazioni di oggi servono anche come prima prova di forza contro il governo Bolsonaro nel suo insieme. “Scendiamo in piazza in difesa dell’istruzione pubblica e contro la riforma delle pensioni”, uno dei progetti più importanti proposto dall’esecutivo, ha spiegato Anonio Goncalves, segretario del sindacato nazionale dell’eduzione superiore.
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