Bologna ricorda Mehdi, l’ex studente di Farmacia morto dopo le torture in carcere in Iran

Il giovane, poco più che trentenne, aveva studiato nella città felsinea e per pagarsi gli studi lavorava in una pizzeria in zona univesitaria. Ieri si è svolta una fiaccolata per ricordarlo.

Una fiaccolata per ricordare per ricordare Mehdi Zare Ashkzari, il giovane morto in Iran dopo venti giorni di coma in seguito delle torture subite nel carcere in cui era stato arrestato per aver preso parte alle manifestazioni di protesta che da mesi agitano il Paese: hanno voluto ricordarlo così i suoi amici di Bologna, città dove Mehdi aveva studiato Farmacia.

“Era un amico per tutti”

Sul selciato della piazzetta antistante la facoltà è stata srotolata una bandiera iraniana e sono state accese delle candele a contornare il drappo e diverse fotografie appoggiate a terra. “È il minimo che possiamo fare per commemorare un nostro caro amico – ha raccontato un suo amico ai microfoni della Tgr Emilia-Romagna – che ormai, diciamo, non è soltanto un nostro amico qua a Bologna ma è amico di tutti coloro i quali in Iran stanno manifestando, stanno protestando per ottenere un loro diritto naturale che è la libertà”.

Il lavoro in pizzeria per pagarsi gli studi


Dalla notizia della sua morte, nel capoluogo emiliano è un susseguirsi di testimonianze di persone che hanno conosciuto il giovane poco più che trentenne, che per arrivato a Bologna per mantenersi aveva lavorato anche come aiuto cuoco nella pizzeria Ciao Vip, in zona universitaria.

Cento giorni di proteste

Intanto, dopo oltre cento giorni di proteste scatenate dalla morte della 22enne Mahsa Amini mentre era in arresto per non aver indossato correttamente il velo, dai media iraniani giungono indicazioni di una nuova stretta sull’obbligo di indossare l’hijab in maniera appropriata, con la polizia iraniana che ha ripreso a monitorarne l’uso da parte delle donne in auto.

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