Bologna, annullata la prova per 750 futuri insegnanti: “Domande circolavano già prima”

ra l’esame per acquisire i 24 crediti necessari per accedere ai concorsi della scuola. La Sinistra universitaria attacca il provvedimento di annullamento: “Non è colpa degli studenti, ma di chi fa i quesiti”

L’università di Bologna ha annullato la prova del concorso che si era tenuto il 22 giugno per 750 candidati, aspiranti insegnanti. Un bel danno, causato da chi ha cercato di passare con l’inganno, e che vorrebbero “educare” gli altri. La denuncia è arrivata via mail e “molto dettagliata” dove si diceva che le domande “circolavano già da prima della prova”. E a quel punto l’ateneo non ha potuto far altro che annuallare.

La prova da rifare riguarda l’acquisto dei famigerati 24 crediti formativi universitari (Cfu) che permettono poi di accedere ai concorsi ordinari per entrare di ruolo nell’insegnamento o di essere inseriti nelle graduatorie di istituto di terza fascia. Il decreto Pnrr 2 in discussione in Parlamento li spazzerà via, alzando l’asticella a 60 Cfu, ovvero un anno tra formazione teorica e tirocini nelle classi, ma intanto continua a rimanere valida la vecchia normativa. 

Denuncia della prova

“La denuncia che ci è arrivata venerdì scorso era molto dettagliata” spiega il prorettore alla Didattica dell’Alma Mater Roberto Vecchi. Di qui la decisione di annullare la prova che sarà rifatta prima di una nuova prova già fissata a settembre. “Purtroppo è un caso increscioso, stiamo facendo gli approfondimenti per capire bene cosa sia successo. Vogliamo tutelare gli studenti che hanno partecipato cercando di rifare una prova di recupero in tempi brevi”.

Si tratta di quattro categorie di domande per ciascuno degli ambiti richiesti: pedagogia, psicologia, antropologia, metodologie e tecnologie didattiche. Quesiti preparati dai docenti delle discipline in questione che poi vengono in modo casuale sorteggiati e sottoposti ai candidati. Il test è a risposta multipla. Uno studente o studentessa ha segnalato all’amministrazione dell’azienda che gestisce le prove di esame, la Selexi, e poi agli uffici dell’università la circolazione di file contenenti domande per l’esame.

L’ipotesi del furto informatico

La denuncia viene dalla Sinistra universitaria: “Tale denuncia ha indotto gli uffici a pensare che la circolazione dei panieri (batterie di quesiti, ndr) di domande fosse dovuta a un furto informatico. Ovviamente si tratta di un elenco di possibili domande ricostruito sulla base delle domande uscite nei precedenti (come avviene per qualunque esame). Il sistema informatico utilizzato per la prova, una volta che l’esito è stato pubblicato, permette di rivedere interamente l’esame con tutte le domande giuste e sbagliate, facilitando esso stesso la raccolta dei possibili quesiti. Per quanto ne sappiamo, queste sono state utilizzate solo ed esclusivamente per la preparazione dell’esame”.

L’associazione studentesca critica le modalità e chiede la revoca del provvedimento di annullamento: “Se l’azienda a cui è appaltato lo svolgimento delle prove d’esame presenta da 5 anni sempre le stesse domande (solo 100 per ogni materia) la colpa non è certo della componente studentesca, che non ha comunque modo di sapere se le domande di cui dispone saranno effettivamente quelle della prova”.

Il prorettore frena: “Stiamo facendo approfondimenti per capire come sono state messe insieme le informazioni sul test, il tema è delicato ed è da affrontare con serenità. Questo incidente di percorso deve essere visto come un’opportunità per migliorare il sistema. Se ci sono responsabilità emergeranno: per ora è un campanello d’allarme”.

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