“Quello che so è perché si sente molto dai social, a scuola è un argomento che non viene molto affrontato”. “Noi siamo molto fortunati perché avendo fatto un’esperienza all’estero negli Stati Uniti abbiamo affrontato molto di più questi argomenti a scuola. Anche sull’educazione sessuale che qui non si fa, così come affrontare le malattie mentali. Lì c’è un’altra apertura mentale. In Italia per esempio se vai dallo psicologo ti prendono per matto mentre lì andare dal terapista è normale”. Sono alcune delle voci dei giovani dello Young International Forum interrogati sulla problematica del body shaming.
“Sui social non sempre è affrontato al meglio, non sempre chi lo affronta ha le competenze per farlo. Magari hanno sofferto perché gli è capitato subirlo ma queste testimonianze dovrebbero essere affrontate con l’ausilio di specialisti anche sul web. A scuola si fa ancora troppo poco”, affermano alcune ragazze. “Nei social network può avvenire anche del cyberbullismo perché ci sono influencer con foto ritoccate che influenzano in modo negativo anche dei ragazzi minorenni sul corpo che possono sentirsi sbagliati. Poi c’è chi fortunatamente capisce il proprio ruolo e si interessa del pubblico evitando messaggi negativi”.
Il programma dello YIF continua domani con diversi appuntamenti legati anche ai temi d’attualità e al difficile mondo degli adolescenti: venerdì 13 ottobre ci si confronterà sull’emergenza della violenza di genere e il tabù dell’inserimento dell’educazione sessuale all’interno delle scuole.
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