“Un Servizio Civile aperto a chiunque vorrà farlo, superando i limiti di budget che finora hanno limitato questa possibilità”. Così Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro con delega speciale per il servizio civile, entra nel dibattito recentemente acceso da un articolo di Nadia Urbinati apparso su La Repubblica e dalla proposta del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, di reintrodurre il servizio militare e civile obbligatorio.
Obiettivo della riforma del SCN su cui Bobba sta lavorando è di portare il numero di posti annui a 100 mila, così come annunciato anche dal premier Matteo Renzi al momento del suo insediamento a Montecitorio. Di seguito, riportiamo la lettera di Luigi Bobba inviata a La Repubblica:
Ho letto con interesse l’articolo di Nadia Urbinati sul servizio civileche prende spunto dalla proposta di Salvini di introdurre un servizio civile obbligatorio per tutti i giovani e dal commento che ne è seguito di Michele Serra. Seppur in modi e con argomenti diversi, anche Urbinati sembra voler rimproverare alla ‘sinistra’ una sorta di inseguimento della ‘destra’ sul tema della riduzione delle tasse, lasciando contestualmente alla stessa destra enormi spazi di manovra sui temi sociali ed in particolare su quello della reintroduzione di un obbligo di servizio agli altri e al Paese, nella forma del servizio militare e civile, entrambi strumenti di ‘difesa’ della Patria e di promozione della cittadinanza, della solidarietà e della democrazia. Ma le cose non stanno così.
Il Governo ha infatti avviato una complessa riforma del Terzo Settore, proprio per assicurare alle formazioni sociali che esprimono in tanti modi diversi le dimensioni della solidarietà, della cultura comunitaria e dell’esercizio della cittadinanza responsabile, un impianto di legislazione moderno e coerente con il principio costituzionale contenuto nell’art. 118. Anche il servizio civile è oggetto di questa riforma. L’intento è quello di ampliare il servizio civile fino a renderlo ‘universale’, cioè aperto ad accogliere tutti i giovani che liberamente vorranno impegnarsi, superando i vincoli di bilancio che finora hanno impedito di realizzare l’obiettivo che il premier Renzi ha infatti indicato per il 2017: ingaggiare circa 100 mila giovani, ovvero una quota pari a circa un quinto di una generazione.
Già quest’anno peraltro sono entrati in servizio, o stanno per farlo, quasi cinquantamila giovani; quota mai raggiunta da quando nel 2003 è stato istituito il servizio civile. Non sono certo i numeri che si otterrebbero con una forma di obbligatorietà – peraltro alquanto poco gradita alla maggioranza dei giovani – ma si tratta comunque di numeri rilevanti e soprattutto dell’espressione originale e vera di un mondo che solidale e responsabile lo è già, fatto di giovani generosi e di Enti non profit ed Enti pubblici che li accolgono, li formano e li impegnano in progetti di utilità sociale. Cose che avvengono oggi, e cresceranno domani, senza aspettare i dibattiti futuri su prospettive improbabili e coperture dei costi alquanto fantasiose.
Osservo altresì che la Lega di Salvini – durante la discussione parlamentare alla Camera – ha votato contro questa riforma che prevede un ampliamento del servizio civile, salvo poi proporne l’obbligatorietà poche settimane dopo. Dunque non è affatto vero che la sinistra abbia rinunciato a lavorare sul servizio civile, che rimane invece uno spazio progettuale seguito con tutta l’attenzione che il tema e la nostra storia si meritano”.
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