Per l’ex direttore del settimanale “The Economist” la vittoria del Partito Democratico non è ancora scontata. Il segretario del Pd deve dimostrare di voler portare avanti il cambiamento reale e dare risposte convincenti.
Il Partito democratico rischia di perdere voti a sole quattro settimane dal voto. “Molto probabilmente, il vantaggio del Pd diminuirà, soprattutto se Pierluigi Bersani non riuscirà a convincere gli elettori che capisce davvero i problemi italiani ed è realmente disposto a portare avanti il cambiamento”. Così Bill Emmott commenta i sondaggi politici, che vedono in testa alle classifiche il Pd, in un’intervista rilasciata al “Corriere dell’Università Job”, pubblicata sul numero di Febbraio “Salto nel voto”.
Per l’osservatore straniero più attento ai problemi del nostro Paese, tra le priorità del segretario del Pd ci dovrebbe essere la riconquista di una fiducia che rischia di frammentarsi tra i vari proclami elettorali di questi giorni. Su cosa puntare quindi? Emmott ritorna sui problemi italiani. “Sono tanti e gli elettori vogliono rassicurazioni che siano quelli reali e concreti al centro dell’agenda di Bersani”.
Tra le cose positive di questa campagna elettorale il giornalista britannico mette al primo posto la presenza di diverse liste civiche. “Mi piace il fatto – racconta nel corso dell’intervista – che ci siano molti gruppi civici candidati, che stanno facendo sentire la loro voce, come Antonio Ingroia con “Rivoluzione Civica” e Oscar Giannino con “Fermare il declino”. Cosa invece non gli piace proprio? “Non mi piace la troppa attenzione che i media rivolgono ai “personaggi” di questa tornata elettorale, in particolare penso ai vecchi leader politici. E conclude: “Non mi piace neanche il modo in cui, grazie alla legge elettorale, il cosiddetto Porcellum, il sistema delle liste di partito stia dando maggiore potere ai leader delle varie coalizioni piuttosto che alle persone”.