Bilaterale Bernini-Gabriel, la Commissaria europea: “Rivedere sistema valorizzazione ricercatori basato solo su pubblicazioni”

La Commissaria poi ha ricordato il ruolo delle donne nei progetti e corsi Stem: “Ho parlato con il ministro dei progetti europei come ‘Donna Unione Europea’ che sostiene le donne che vogliono avviare delle startup

Al centro del bilaterale anche il tema delle carriere e della mobilità dei giovani ricercatori. Il Ministro ha sottolineato come il MUR sta promuovendo iniziative per rafforzare la mobilità interdisciplinare e geografica dei ricercatori, utilizzando soprattutto le straordinarie potenzialità del PNRR. Il Ministero inoltre sta lavorando per aumentare i sistemi di welfare integrativo e a misure per facilitare il rientro in Italia dei ricercatori. “L’agenda europea per l’innovazione è importantissimo per me, così come ho potuto vedere per il ministro Bernini, trovare delle sinergie tra lo spazio europeo della ricerca e dell’innovazione. L’Europa deve diventare leader nel settore del deep tech che non vuol dire altissima tecnologia ma impegnarsi profondamente per la società utilizzando in sinergia scienza, industria e i talenti. Io sostegno tutti gli sforzi del ministro Bernini per rendere le università più imprenditrici e allo stesso tempo le imprese più aperte all’innovazione”.

Il Ministro e la Commissaria hanno parlato dei programmi di ricerca e innovazione Horizon Europe. Bernini ha confermato l’impegno italiano a rafforzare il proprio ruolo nello European Innovation Council, attraverso un più stretto coordinamento tra ricerca e impresa che faccia leva sui progetti PNRR, l’attività di assistenza tecnica per le start up e lo sviluppo del trasferimento tecnologico. Con riferimento al nuovo piano strategico 2025-27, il Ministro e la Commissaria hanno condiviso l’idea di avviare uno stretto dialogo in vista dell’individuazione dei nuovi partenariati. Sui giovani ricercatori afferma: “Devono essere sostenuti sempre di più e sempre meglio. Sono oltre due milioni in Europa e bisogna trattarli al meglio e bisogna rivedere il sistema di valorizzazione dei ricercatori che oggi è basato solo sulle pubblicazioni. Per questo abbiamo pensato ad un progetto pilota che ci porterà poi ad unire le forze e creare una partnership”.

Il Ministro e la Commissaria hanno condiviso la necessità di incoraggiare le giovani donne a impegnarsi negli studi STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts, Maths), sia collaborando con le università sia promuovendo attività culturali nei luoghi dell’alta formazione. La Commissaria poi ha ricordato il ruolo delle donne nei progetti e corsi Stem: “Ho parlato con il ministro dei progetti europei come ‘Donna Unione Europea’ che sostiene le donne che vogliono avviare delle startup. Non si può non parlare di questo perché bisogna sempre considerare che la metà della popolazione dell’unione europea è donna”.

Bernini: “Favorire mobilità interna può aiutare a mitigare il problema del basso numero laureati”

“Il basso numero di laureati, anche con una decrescita demografica, creerà dei problemi nel tempo e se questo è un problema che anche a livello nazionale e a livello europeo vi state ponendo”, domanda il direttore del Corriere Università Mariano Berriola al ministro Bernini e alla Commissaria Gabriel. “Sicuramente è una patologia e come tutte le patologia è multifattoriale – risponde Bernini – ci sono atenei che ad una certa latitudine crescono e ad un’altra calano. Il motivo per cui noi favoriamo la mobilità, al netto del Diritto allo Studio che è un percorso che passa attraverso l’housing e le borse di studio, può aiutare a mitigare il problema”.

Alla domanda su come recuperare il gap di reddito tra i ricercatori il ministro afferma: “Da qui al 2026 anche attraverso l’utilizzo dei fondi di Horizon Europe vogliamo mettere a regime i nostri ricercatori, non solo giovani ma anche chi sta trattando temi avveneristici possano partecipare ai grandi consorzi internazionali”. Mentre la Commissaria Gabriel sottolinea: “Contiamo moltissimo sulle alleanze tra le università europee che sono per noi le università del futuro e non posso pensare che il problema del ricoscimento dei titoli non sia risolto”. E sul ritardo dell’innovazione del sistema universitario italiano risponde: “Principalmente è il collegamento tra impresa e università, come guidare l’innovazione dell’agenda europea attraverso l’università in un network con le imprese, con il territorio, questo è quello che dobbiamo fare in Europa se vogliamo davvero innovarci”.

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