“Basta tasse ai figli della crisi”, la ricetta dei rettori per salvare l’Università

Eppur si muove. Nel panorama universitario nazionale qualcosa sta cambiando in questa estate. E non si tratta dei messaggi ai ragazzi per accaparrarsi il maggior numero degli studenti.

La crisi e il calo del numero delle immatricolazioni è davvero imponente: e così, alcuni Rettori, si sono inventate ricette per combattere la penuria di studenti. Il primo a viaggiare su questa strada è stato Flavio Corradini, Magnifico dell’Università di Camerino, che ha deciso di esonerare dal pagamento delle tasse universitarie gli studenti i cui genitori siano in cassa integrazione, in mobilità, o che abbiano perso il lavoro nell’ultimo anno. Stessa decisione per Giuliano Volpe, rettore dell’Università di Foggia, uno degli ultimi Atenei a sorgere in Italia.

“Basta tasse ai figli della crisi”, è questo dunque il messaggio lanciato dai rettori, consapevoli del disastro sociale che provocherebbe un Paese con un numero di iscritti alle Università sempre minore, che non rispetti dunque gli standard europei. Il rischio maggiore, dunque, è quello di trovarsi con una generazione che si fermi all’istruzione superiore, senza avere la possibilità per approfondire e continuare il proprio percorso di studi.

Alla Sapeinza, il rettore Luigi Frati, ha offerto alle famiglie l’iscrizione gratuita per il secondo figlio. A Teramo, il rettore Luciano D’Amico, ha messo su un mini-welfare accademico, con studenti impegnati in collaborazioni e lavori esterni (pulizie, biblioteche). Insomma, ecco la risposta dei rettori alla crisi.

Raffaele Nappi

Total
0
Shares
1 comment
Lascia un commento
Previous Article

Laureati in ingegneria per Alliance Medical

Next Article

Bus giù dal viadotto. 38 vittime accertate. Dieci anni fa una strage simile lungo lo stesso ponte

Related Posts