Spuntano i nomi di due professori dell’Università di Modena e Reggio Emilia finiti nell’inchiesta aperta dalla procura di Genova su bandi realizzati- per l’accusa – “su misura” del candidato predestinato e cattedre assegnate ad personam che riguarderebbero alcuni atenei italiani. Sono in tutto una ventina le persone per le quali si ipotizzano a vario titolo i reati di turbativa d’asta, rivelazione del segreto istruttorio e traffico di influenze.
I professori coinvolti
Tra questi il professore Simone Scagliarini che si era presentato, unico candidato, al concorso di giugno 2021, per ottenere la cattedra a “professore di prima fascia in Istituzioni di Diritto pubblico” di Unimore. Ruolo che poi gli venne assegnato. Con Scagliarini, già vice presidente di Federconsumatori Modena e attuale vicepresidente di Abitcoop, sarebbe finito sotto la lente degli inquirenti liguri anche Roberto Pinardi, professore ordinario di Unimore che allora era stato presidente della commissione. Segretario invece della stessa commissione Lara Trucco, professoressa ordinaria di Diritto costituzionale all’università di Genova che si è nel frattempo dimessa dal suo incarico di pro rettrice e che risulta indagata a sua volta con un altro docente dello stesso ateneo, Pasquale Costanzo, emerito di Diritto costituzionale.
L’inchiesta e la sentanza del Tar
Stando al pubblico ministero di Genova Francesco Cardona Albini che ha delegato alla guardia di finanza una serie di perquisizioni in abitazioni e uffici anche per sequestrare pc e cellulari, il professor Pinardi avrebbe agevolato Scagliarini, già professore associato di Economia. Con un concorso, è la contestazione, creato ad hoc, con specificità che risultavano dal curriculum dello stesso unico candidato. Questo almeno il quadro accusatorio emerso finora dalle indagini su presunti bandi pilotati che sono scattate dopo che il Tar, nel novembre 2020, su richiesta di una candidata esclusa, aveva annullato un concorso da ricercatore in diritto tributario vinto dal figlio di uno dei docenti indagati. Carte che allora erano finite in procura a Genova.
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