Concorsi truccati per far vincere il candidato prescelto: 7 docenti indagati nella facoltà di Giurisprudenza a Genova

Maxi operazione della Guardia di Finanza della città ligure: per sei dei prof indagati è scattata anche l’interdizione dai pubblici uffici. Contestati almeno 11 episodi in cui sono stati modificati i punteggi da attribuire ai candidati per assegni di ricerca o cattedre. Il rettore Delfino: “Giustizia deve fare il suo corso. Se le accuse verranno confermate prenderemo provvedimenti”.

Bandi disegnati su misura del candidato predestinato a vincere l’assegno di ricerca o la cattedra: sono in tutto 12 le persone indagate per i concorsi truccati al dipartimento di Giurisprudenza dell’università di Genova: almeno 11 gli episodi contestati e 7 i docenti dell’ateneo genovese indagati. L’indagine della Guardia di finanza era partita dopo che il Tar, alla fine del 2020 aveva annullato, su ricorso di una candidata esclusa, un concorso da ricercatore in diritto tributario che era stato vinto dal figlio dei uno dei docenti oggi indagati e aveva trasmesso come da prassi le carte alla Procura. Per 6 docenti il sostituto procuratore Francesco Cardona ha chiesto e ottenuto l’interdittiva dai pubblici uffici.  

Secondo gli investigatori in alcuni dei concorsi contestati sono stati esclusi dall’ammissione ai colloqui candidati che pur ne avevano i requisiti. In qualche occasione gli indagati avrebbero violato regolamenti d’Ateneo e il segreto d’ufficio per scoprire in anticipo i nomi e i curricula dei partecipanti ai bandi prima della riunione della commissione. In alcuni casi ancora sarebbero stati simulati, con un accesso abusivo al sistema informatico dell’Università, i criteri di attribuzione dei punteggi modificando i punteggi per i titoli preferenziali in modo che il candidato prescelto ottenesse per forza quello più alto.  

I reati contestati ai docenti sono a vario titolo turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, traffico di influenze illecite e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, in relazione allo svolgimento di selezioni pubbliche per l’assegnazione di docenze e di assegni di ricerca in almeno una decina di concorsi pubblici tra l’inizio del 2020 e la fine del 2021.

Tra i docenti indagati c’è la prorettrice agli Affari generali e legali e professoressa ordinaria di Diritto costituzionale, Lara Trucco. Gli altri sono Pasquale Costanzo, professore emerito di Diritto costituzionale (il padre del ragazzo vincitore del concorso annullato dal Tar), poi Riccardo Ferrante, direttore del dipartimento di Giurisprudenza e professore ordinario di Storia del diritto medievale e moderno, Patrizia Magarò, professore associato di Diritto pubblico comparato, Patrizia Vipiana, professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico, Vincenzo Sciarabba, professore associato di Diritto costituzionale e Daniele Granara, avvocato amministrativista, noto di recente per il maxi ricorso al Tar dei sanitari no vax.  

“Prendo atto dei decreti e degli ordini di esibizione atti emessi dalla procura – ha detto il rettore dell’Ateneo genovese, Federico Delfino – e desidero sottolineare che la giustizia va rispettata e deve fare il suo corso. Se saranno accertate mancanze o responsabilità, l’Università di Genova adotterà i provvedimenti conseguenti”.

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