Più del 15% di nuovi iscritti in quasi dieci anni ma 3 su tre delle nuove matricole arriva da un’università telematica. Sono i dati contenuti nel rapporto “Il piano inclinato: atenei for profit, corsi telematici e sedi distaccate. Rischi e punti di tenuta del sistema universitario italiano” presentato ieri a Roma dalla Flc Cgil.
Secondo il report dal 2016 l’università italiana nel suo complesso ha assistito a un recupero degli iscritti, una crescita che ha portato a 1.909.360 studenti nel 2023/2024. In questi anni ha acquisito oltre 257mila iscritti, +15,5% rispetto all’anno accademico 2015/16. Ma oltre il 73% della crescita delle iscrizioni è dovuta all’espansione delle telematiche. Gli atenei online, in questi anni, hanno conquistato quasi 189mila studenti, il +303,07%. E oltre il 10% degli studenti universitari è iscritto a un ateneo telematico, secondo il rapporto Anvur 2023. Negli iscritti alle telematiche si nota una presenza significativa di lavoratori e lavoratrici con più di 31 anni, si legge nello studio.
Per quanto riguarda le matricole, viene riportato che il numero degli immatricolati è cresciuto in tutta l’università italiane tornando a superare negli ultimi tre anni i 330mila. Sempre in questi anni, oltre 22mila degli studenti si è iscritto a un ateneo telematico: il 7% di tutte le matricole. “Nel 2019/20 le matricole alle telematiche erano 16.387, il 5,2% del totale: dopo la pandemia si sono stabilmente conquistate 6/7mila matricole in più all’anno – si legge nel rapporto – Un aumento del 40% che arriva a canalizzare sulle telematiche il 35% dell’aumento complessivo dei nuovi iscritti in tutte le università (+17mila)”.
“Negli ultimi anni si sono imposte ulteriori e significative trasformazioni: l’espansione degli iscritti alle università telematiche, alcuni cambiamenti nei loro assetti proprietari, lo sviluppo di nuove forme didattiche e atenei ibridi. Queste tre dinamiche rischiano oggi di inclinare il piano, modificando cioè profondamente l’intero sistema universitario Di fronte ai nuovi fenomeni emersi negli ultimi anni e alle sue possibili derive – sottolinea Flc Cgil – riteniamo importante aprire un dibattito pubblico nell’accademia e nel mondo politico, per salvaguardare il sistema universitario e rafforzare prerogative e poteri del Ministero competente e del Consiglio Universitario Nazionale”.
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