Anna Oxa sembra Gandalf il Grigio, Blanco fa il bimbominkia: i nostri voti ai protagonisti di Sanremo

Le pagelle di CorriereUniv ai protagonisti della prima serata di Sanremo. Si salva solo Gianni Morandi. La Ferragni rimandata a sabato mentre Blanco è da zero in condotta.

Roberto Benigni: 4,5

I più giovani lo ricorderanno per le lezioni d’amore su Dante, la Vergine Maria e San Francesco. Quelli con qualche capello bianco in più per i monologhi di parolacce nel film di Bertolucci e l’irriverenza sessuale nei confronti di Baudo e la Carrà. Il Benigni che si presenta sul palco dell’Ariston sembra uno di quei panini congelati che tiri fuori dal freezer al momento del bisogno per farti passare la fame. I suoi interventi ormai seguono tutti il medesimo filo conduttore, ovvero innalzare ad apoteosi qualsiasi cosa gli passi per la testa. Oggi la Costituzione, ieri la Divina Commedia. Un uomo per tutte le stagioni.

Anna Oxa: 4

Si presenta sul palco conciata come Gandalf il Grigio de “Il Signore degli Anelli” e sembra recitare un sonetto scritto nella lingua oscura di Sauron. In questo modo getta alle ortiche il testo che le è stato messo a disposizione da uno dei più bravi (e geniali) menestrelli nostrani: Francesco Bianconi dei Baustelle. “Tu qui non puoi passare!”.

Chiara Ferragni: 5+

La ragazza si applica ma potrebbe fare di più: la lettura del copione di gara non è malvagia ma tutti gli sforzi fatti per apparire una “persona come le altre” vengono vanificate da una letterina da scuola elementare che esprime tutto il narcisismo di chi è abituato a vivere con la fotocamera dell’Iphone costantemente fissata sulla propria faccia. NarcisA, parole di burro.

Blanco: 2

L’ultima volta che qualcuno aveva spaccato qualcosa sul palco dell’Ariston (i Placebo nel 2001) furono fischi assordanti. Evidentemente nessuno aveva avvertito il vincitore (con Mahmood) dell’ultimo festival dell’antefatto. Per questo sfasciare la scenografia del palco non è sembrata proprio una genialata. Se è possibile, però, è stata la spiegazione del gesto ad essere ancor più deprimente: “Non mi sentivo in cuffia, non sentivo la voce. Mi sono divertito comunque”. Il tutto pronunciato con un’aria da bimbominkia. Punk is dead (e si gira pure nella tomba).

Gianni Morandi: 7+

Come direbbe qualcuno nella sua Bologna, il Gianni nazionale ha vestito i panni del perfetto “umarell”, ovvero l’anziano che scopa alla mano si mette a rappezzare i danni fatti dal discolo Blanco. Per tutta la serata fa la parte di quello che “ci capisce poco” ma il gioco con Amadeus funziona abbastanza bene. Proporrà lo stesso copione fino a sabato? Highlander.

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