Ricostruire il ponte tra istruzione e lavoro

Giovani-e-lavoro

Presentazione VIII rapporto Generare classe dirigente: tre principi per rinnovare la scuola incrementando reddito e occupazione giovanile

Un calo della disoccupazione giovanile tra i 4 e i 5 punti percentuali e un aumento del reddito pro-capite tra i 1500 e i 2500 euro: sarebbero questi, in numeri, gli effetti di lungo periodo dell’intervento sulla scuola indicato nell’ottava edizione del rapporto Generare classe dirigente, curato dalla LUISS Guido Carli e Fondirigenti. Il costo? 2-3 miliardi di euro, equivalente allo 0,1-0,2% del PIL. Una proposta di intervento basata su tre principi cardine: l’autonomia degli istituti scolastici; l’accountability, ovvero la trasparenza dei risultati dell’apprendimento combinata alla responsabilità sugli stessi; il confronto e la competizione da coltivare, in diverse forme, tra gli istituti scolastici.

Quest’anno il rapporto Generare classe dirigente affronta il delicato, fondamentale passaggio tra istruzione e vita lavorativa dei giovani, delineando un quadro ad alta definizione. Piuttosto che un’analisi sulla classe dirigente, LUISS e Fondirigenti hanno scelto stavolta di produrre un’analisi da classe dirigente. Che, come è giusto che sia, indica con chiarezza la strada da percorrere. E lo fa a partire da numerosi dati che illustrano quali siano davvero le aree critiche su cui lavorare: l’inadeguatezza dell’apprendimento “rimandato”, con i debiti formativi (oggi “carenze”) che non hanno dato i risultati sperati, con il 17,4% degli studenti che non ha interamente recuperato i propri; la motivazione, e non solo la valutazione, degli studenti, l’84,9% dei quali afferma che i loro risultati migliorano quando sono ben motivati; l’efficacia dei processi di “giunzione” tra la formazione e il lavoro (il 60,9% dei docenti è molto o abbastanza preoccupato per il passaggio alla vita lavorativa degli studenti). E, ancora, l’importanza della costruzione delle competenze trasversali, che le aziende cercano e non sempre trovano; o il livello di istruzione della nostra classe dirigente, più basso, in media, di quello degli altri paesi europei (solo il 39,5% dei dirigenti italiani tra i 30 e i 65 anni è laureato).

E proprio quest’ultimo è un aspetto di un altro tema cardine affrontato dal rapporto: la qualità della classe dirigente. La capacità dell’educazione e della formazione di agire da antidoto contro la criminalità, le infiltrazioni mafiose, la corruzione è una risorsa preziosa per il nostro Paese, ed è proprio per tale ragione che è stato invitato a partecipare all’incontro il Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, che farà un intervento sulla responsabilità che la classe dirigente è chiamata ad assumersi nell’opera di contrasto alla criminalità organizzata.

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Educazione alla legalità, firmato Protocollo Miur-Libera. Don Ciotti: “Dobbiamo offrire percorsi per formare coscienze critiche

Next Article

Numero chiuso, sentenza storica. A Messina studenti risarciti con 20mila euro

Related Posts
Leggi di più

Tirocini e stage: una guida per conoscerne tutti i segreti

Ogni anno in italia gli "stagisti" non sono meno di 700mila. Dal 2014 il newsmagazine RepubblicadegliStagisti.it offre una bussola per cercare di orientare al meglio chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro. Lunedì 13 maggio presentazione alla Cattolica di Milano.