Verso la Maturità, prof: "Scuola lasciata nell'incertezza"

Esame solo orale, niente scritti: così anche la scuola cerca di ripartire. Corriereuniv.it raccoglierà giorno per giorno testimonianze, umori, curiosità, raccontando questa Maturità 2020 a 360° da Nord a Sud.

Il 17 giugno circa 460mila studenti torneranno nei loro istituti per la Maturità dopo il lockdown dovuto all’epidemia da Covid-19.

Esame solo orale, niente scritti: così anche la scuola cerca di ripartire. Corriereuniv.it raccoglierà giorno per giorno testimonianze, umori, curiosità, raccontando questa Maturità 2020 a 360° da Nord a Sud.

“La tecnologia ci ha permesso di non perdere il contatto con gli studenti ma dobbiamo tornare a scuola in sicurezza”- la prof.ssa Domenica Albergo, docente di Italiano all’ IIS Giulio Cesare di Bari non ha dubbi: “Nessuno si dimenticherà di questa Maturità”.

Proprio ieri l’annuncio della ministra Azzolina sull’obbligo a settembre delle mascherine in classe; la task force della ministra valuterà nei prossimi giorni se si tornerà in classe con un misto di lezioni in presenza e didattica a distanza.

“Troppe incertezze da parte del ministero – chiosa la docente – emanare le ordinanze a venti giorni lavorativi dalla Maturità non è un’operazione corretta verso la comunità scolastica. Gli studenti sono stressati, stanchi ed impauriti”, afferma.

Uno scollamento con la base scolastica che in emergenza pesa ancor di più: “Alcuni di questi ragazzi hanno genitori medici o infermieri che sono stati in prima linea per combattere l’epidemia. Altri hanno subito dei lutti: sono situazioni che non si possono ignorare“.

“A Bari siamo stati uno dei primi licei ad avere già da settembre una piattaforma per la didattica a distanza: siamo partiti dal primo giorno di lockdown – racconta l’insegnante – Nei giorni precedenti la chiusura abbiamo somministrato un questionario che ci ha permesso di capire chi aveva bisogno degli strumenti adatti per seguire le lezioni da casa”.

Ed una volta che tutti avevano un tablet o un portatile, la difficoltà maggiore è stata abituare i ragazzi. “Certo, è mancato il contatto diretto con gli studenti. L’empatia è fondamentale nell’insegnamento – afferma – però la tecnologia ci ha permesso di non interrompere il rapporto con i nostri ragazzi e questo è stato fondamentale”.

La sicurezza prima di tutto. Se le scuole non hanno l’obbligo di misurare la temperatura all’ingresso, l’auto-cerficazione sarà obbligatoria: “Dovranno portarla tutti, docenti, studenti e personale Ata. Quest’anno saremo ancora più vigili”.

Il rischio è che le scuole diventino focolai del virus Covid-19, com’è già avvenuto nei giorni scorsi in Francia dove sono stati chiusi una settantina di istituti. “Personalmente non condivido l’aver voluto fare l’esame orale in presenza. E molti colleghi la pensano come me”.

Uno dei timori degli studenti del quinto anno è quella di non essere preparati per la Maturità. “Nella nostra scuola i programmi sono stati affrontati al 90%, una riduzione ovviamente c’è stata vista l’emergenza. – sottolinea – Io stessa per quanto riguarda la stesura di un testo argomentativo sono rimasta al primo quadrimestre”.

Un problema, quello degli scritti, che ha accomunato molte scuole. Ma la mano è tesa ai maturandi: “Certamente le valutazioni terranno conto dell’emergenza”. Mentre sulla comunicazione alle scuole il giudizio è netto: “Poca corrispondenza tra reale e irreale, pochissima. Nelle scuole bisogna viverci appieno per capirne le problematiche e non basarsi soltanto sulle ordinanze sperando che, in una situazione come questa, vada tutto bene“.

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