Zètema: “Concorso truffa”, i candidati si scatenano su facebook

Il concorso pubblico di Zètema favorisce gli interni?

In 6 mila hanno risposto per un concorso da 18 posti che però facilita chi ha già lavorato con la società, a scapito di tanti giovani laureati che hanno alle spalle anni di stage ma nessun contratto di lavoro.

Vigilia tempestosa per la due giorni di preselezione al concorso lanciato da Zètema, la società partecipata del Comune di Roma per la gestione della cultura nella Capitale, che in luglio aveva pubblicato un bando per 18 unità da assumere a tempo indeterminato.

Il concorso era aperto a chiunque fosse in possesso di un diploma di scuola media inferiore o superiore e a rispondere sono state circa 6 mila persone, soprattutto giovani, allettati dalla possibilità di un posto fisso rivolto anche a diplomati.

Ciascuno di loro ha pagato un bollettino di iscrizione di 10,33 euro, per un totale di 62 mila euro già finiti nelle tasche di Zètema per la sola iscrizione alla prova di preselezione, prevista il 25 e 26 ottobre.

Andando però a leggere con attenzione il bando si scopre che non solo i diplomati difficilmente avranno chance di ottenere il posto ma nemmeno i loro colleghi laureati o “masterizzati”: per accedere alla seconda prova di selezione, il candidato deve raggiungere un minimo di 24 su 40 punti.

Nel computo, il punteggio relativo ai titoli di studi non permette di arrivare al minimo, mentre vengono riconosciuti 0.5 punti fino a un massimo di 24 per ogni mese lavorato in Zètema o società affini (stage, tironicini e servizio civile non contano, valgono solo le collaborazioni e i contratti a progetto).

Punti che non si sommano a quelli ottenuti nella preselezione e che hanno fatto gridare allo scandalo da parte delle migliaia di concorsisti, in possesso dei requisiti minimi richiesti e in molti casi anche di laurea e formazione specifica, perché in questo modo risulterebbe favorito chi ha già esperienza con Zètema.

Su Facebook è stato creato il gruppo “Contro Zètema e il concorso truffa”, per raccogliere gli sfoghi dei partecipanti e per cercare di organizzare un’azione comune.

Nei giorni successivi alla protesta, Zètema ha pubblicato delle note di chiarimento: tutto quello che c’era da sapere era già nel bando, la preselezione è ha “scopo deflattivo e non valutativo”, servirà solo a “individuare la rosa dei candidati che potranno partecipare alla selezione”. Agli aspiranti concorsisti era lasciata la valutazione dei propri titoli “per evitare ai candidati di sostenere prove inutili” e per “ridurre i costi e i tempi di selezione per Zètema”.

Sul web la protesta continua a montare e sono in molti a sottolineare le ambiguità del bando che di fatto premia più l’esperienza lavorativa maturata – eliminando gli stage, spesso l’unico contatto che i giovani hanno con il mondo lavoro – a sfavore del merito e della formazione.

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