Vernice rossa davanti alla sede di Confindustria: nuova protesta contro l’alternanza scuola-lavoro

Gli studenti sono tornati in piazza dopo la morte di Giuliano De Seta, il 18enne rimasto ucciso mentre stava svolgendo uno stage in un’azienda della provincia di Venezia. Oggi la protesta davanti alla sede di Assolombarda a Milano. E anche la Cgil si schiara: “Alternanza va riformata”.

Lapidi con i nomi dei tra ragazzi morti in stage e la scritta “Morti di Stato” e vernice rossa come il sangue davanti all’ingresso della sede di Assolombarda a Milano: è questa la protesta di Rete Studenti Milano (Rsm) andata in scena oggi contro le morti degli studenti in alternanza scuola-lavoro.

“Le esperienze di alternanza che viviamo – si legge in una nota diffusa della Rete – non sono utili per lo sviluppo delle ricerche informatiche né per migliorare eventuali competenze emergenti, ma in compenso inseriscono in maniera del tutto priva di controllo ragazzi che dovrebbero dedicarsi alla propria formazione in un mondo del lavoro dove la sicurezza non esiste, dove le cosiddette ‘morti bianche’ aumentano di giorno in giorno, dove le aziende che dovrebbero subire controlli dell’ispettorato per la sicurezza sul lavoro ricevono telefonate d’avvertimento da parte dallo stesso. Le conseguenze non possono che essere tragiche, con la morte di Giuliano che va ad aggiungersi a quelle di Lorenzo e Giuseppe, il tutto nell’arco di sei mesi scolastici”.

“Rifiutiamo convintamente la definizione di ‘morti bianche’ – conclude Rete Studenti Milano -. I responsabili ci sono, molti di loro lavorano proprio nello stabile che questa mattina abbiamo deciso di sanzionare, ricordando e evidenziando che Confindustria ha le mani sporche del sangue di tre ragazzi, Lorenzo, Giuseppe e Giuliano. Non dimentichiamo né perdoniamo”.

Intanto continua il dibattito politico sulla riforma del sistema dell’alternanza scuola-lavoro. “Penso che vada riformata. È inaccettabile che i ragazzi muoiano in questa situazione, sono già tre quest’anno. Chiederemo al nuovo governo di riaprire immediatamente un confronto” ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ospite di Agorà su Rai3. “Si deve avere – ha spiegato Landini – la certezza della sicurezza dei posti di lavoro prima di attivarli. È necessario superare l’obbligatorietà, perché questa ha determinato di trovare situazioni a prescindere dai contesti e dalla sicurezza. In molti casi si individuano luoghi in cui lavoratori e sindacati non sono coinvolti. C’è un problema che riguarda anche la qualità dei tutor, non tutte le imprese sono strutturate e organizzate”.  

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