L’universo dovrebbe essere simmetrico. L’ipotesi elaborata da Albert Einstein ormai più di 110 anni fa con la sua teoria speciale sulla relatività trova conferma in uno studio sui neutrini prodotto da un gruppo di ricercatori dell’ateneo americano del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston. Janet Conrad, professore di Fisica dell’università coadiuvato da Carlos Argüelles, Gabriel Collin e Teppei Katori, evidenziano come Einsten, con la sua teoria, avesse ancora una volta ragione. L’annuncio segue di pochi giorni la scoperta che i neutrini hanno origine anche da sorgenti non stellari.
La tesi del premio Nobel, nota come la simmetria di Lorentz, afferma che ogni scienziato dovrebbe osservare le stesse leggi della fisica, in ogni direzione dello spazio, fintanto che l’oggetto si muove a velocità costante. Ne deriva, per esempio, che un’astronauta che fluttua nell’universo e una molecola che si muove attraverso il flusso sanguino viaggino entrambe alla velocità della luce, pari a 300 milioni al metro/secondo. Fino ad oggi, tuttavia, si pensava che le stesse leggi della fisica non si applicassero per oggetti infinitesimali piccoli che operano con un’energia incredibilmente alta. La ricerca per cercare prove su possibili violazioni della simmetria di Lorentz in diversi fenomeni, dai fotoni alla gravità, non aveva, però, mai dato risultati.
Gli scienziati del Mit hanno pensato di analizzare i neutrini, le più leggere particelle presenti nell’universo. Dopo due anni di raccolta dati provenienti dal più grande al osservatorio al mondo dei neutrini, l’IceCube, che si trova sotto i ghiacci dell’Antartide, l’analisi non hanno rilevato alcuna anomalia che potesse far pensare a una violazione della simmetria di Lorentz e quindi mettere in dubbio la teoria di Einstein: “Le persone amano testare la teoria di Einstein – ha detto Janet Conrad, coordinatore della ricerca -. Non so dire se le persone tifino perché Einstein abbia ragione o meno, ma in questo caso ha vinto lui ed è qualcosa di grandioso. Essere arrivati a una teoria cosi versatile, come ha fatto lui, ha qualcosa dell’incredibile”.
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