Università, Giannini: “Il numero chiuso è necessario e resterà tale”

numero chiuso

 

Università, si cambia, ma con lentezza. Il ministro Stefania Giannini era stato chiaro: cambieremo i metodi di selezione, è una riforma importante e necessaria“.

In occasione dell’intervento in Sicilia, il capo del MIUR ha aggiunto: “I quiz intesi nel vecchio modo sono un capitolo del passato e sono temi che a breve affronteremo”.

Ma sul test di medicina la situazione è ancora complessa: “Per quanto riguarda i test di medicina penso che il numero programmato sia necessario e resterà tale. Valuteremo i modi più adeguati per dare spazio a tutti gli studenti meritevoli”.

Le dichiarazioni, riportate dall’AdnKronos, hanno subito suscitato un acceso dibattito tra gli studenti. Per alcuni “è una palese presa in giro”, per altri “il ministro sta cambiando idea”. Nei giorni scorsi, però, si era formato anche il gruppo che difendeva il sistema del numero chiuso: “Senza il numero chiuso non c’è selezione, si rischia di creare solo un’immensa bolla di laureati senza lavoro”.

La questione ha toccato anche alcuni rettori, in primis Ivano Dionigi dell’Alma Mater di Bologna: “Senza il numero chiuso dove studieranno i nostri ragazzi? In quali strutture? Già la capienza è al limite nella situazione attuale” avevano denunciato. Insomma, l’estate rovente del mondo universitario è appena iniziata.

 

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RN

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  1. Ho una domanda e penso che la risposta la sappiano tutti: tutti coloro che iniziano medicina e magari alla fine del secondo semestre vengono eliminati che fanno? PERDONO UN ANNO! Quando potrebbero benissimo entrare in altre università con altri indirizzi e lasciare che qualcuno che ha studiato più di loro continui il suo percorso. Per altro si sa che maggiore è il numero di studenti meno è efficace il lavoro di un professore a causa degli spazi, dei rumori e delle interruzioni. La qualità dello studio diminuisce. Infine Quand’anche ci riescano a laureare più persone di quante se ne laureino ad oggi, la sanità sarà in grado di assorbirle tutte? Teniamo presente che in Italia non arrivano i medicinali perché le ASL non riescono a pagare i propri debiti. Lascio a voi il resto.

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