Università da amministrare

periti.jpgDa un certo punto di vista sono i ragionieri dell’università. Sono loro che compilano i bilanci, fanno i conti e cercano di stiracchiare la coperta che diventa sempre più corta. Sono i direttori amministrativi degli atenei, con la custodia delle chiavi di una cassaforte che perde volume di anno in anno. E saranno loro i primi a dover fare i conti con i tagli che si prospettano all’orizzonte.
A settembre si incontreranno al solito Convegno annuale e stando a quanto ci racconta Enrico Periti(nella foto), direttore amministrativo dell’Università di Ferrara e presidente del Codau, associazione dei dirigenti amministrativi delle università, sulla questione finanziaria sono disposti al dialogo con il ministro, anche sulla proposta delle fondazioni private.
Direttore, quest’anno al Convegno Codau si parlerà di “Managerialità a garanzia della qualità dei servizi”. Perché questo tema?
Perché è una delle sfide prioritarie che il management universitario ha davanti per i prossimi anni: mettere tutta la propria professionalità per aiutare le organizzazioni universitarie ad essere, e ad essere percepite, di qualità. Sempre di più, infatti, gli studenti chiedono non solo buona didattica e buoni laboratori ma anche servizi che gli consentano di vivere in città diverse dalla sua, di avere collegamenti internet, aule serali per lo studio, segreterie senza file … insomma che diano la garanzia che tutta la parte di burocrazia non sia un problema, piuttosto garanzia di un rapporto sereno ed efficiente con gli uffici. Ecco quindi il tema dell’incontro annuale del Codau nel tentativo di focalizzare le difficoltà che si incontrano quando si decide di impostare un’organizzazione pubblica finalizzata agli interessi dei “clienti”, quando l’attenzione viene messa sull’output dell’organizzazione invece che su dinamiche ed interessi interni alla stessa. Sappiamo tutti che è molto difficile. Le rigidità del pubblico lasciano pochi strumenti di incisione al management. Tutto passa nel coinvolgere e motivare i lavoratori all’obiettivo. Viene richiesto un di più di professionalità.
Quali risultati si aspetta dall’incontro del 19 e 20 settembre a Reggio Calabria?
Ormai è il VI Convegno Nazionale che viene organizzato dal Codau. Negli anni scorsi sono state affrontate diverse questioni sempre di forte attualità. Credo sia visibile un percorso di maturazione professionale non solo centrato sull’identità burocratica ma, in particolare, sulla capacità di gestire organizzazioni complesse ‘toccate’ da continui interventi legislativi a tutti i livelli. Sono convinto che anche l’iniziativa di quest’anno, organizzata secondo un copione collaudato e aperta a tutte le componenti del sistema universitario, produrrà un momento di crescita del management universitario. Si ascolteranno diversi interventi di relatori affermati, si discuterà e si riuscirà – come sempre – a fare una sintesi che sarà presente nella quotidianità operativa dei dirigenti.
Il mondo universitario è in fibrillazione per il decreto del 25 giugno che anticipa la manovra finanziaria e preannuncia una vera cura dimagrante per il sistema universitario. Quale è il suo parere?
Credo sia inevitabile che ci sia – come lei afferma – uno stato di fibrillazione complessivo. Sono stati decisi tagli ben più che significativi al Fondo di Finanziamento Ordinario. E ciò preoccupa. Tagli che negli ultimi anni sono una costante: ricordo, per esempio, che l’edilizia universitaria non è più finanziata da tempo, così come ricordo che quest’anno la dotazione di riferimento relativamente al suddetto Fondo è stata distribuita ponendo come base meno del 95% della cifra consolidata per il 2007. Ancor di più questo scenario interroga la dirigenza universitaria: bisogna assolutamente trovar spazi di efficienza organizzativa-gestionale per recuperare almeno parte delle risorse all’interno degli attuali bilanci.
Il ministro Gelmini auspica anche la conversione delle università in fondazioni. A livello amministrativo cosa comporterebbe questo passaggio? Quali i punti di forza e di debolezza nel divenire enti di diritto privato?
Per rispondere analiticamente ci vuole molto più spazio che un’intervista. Quindi lascio solo alcune riflessioni iniziali. Un articolo apre scenari, non risolve problemi. Occorre quindi precisare ed entrare nel merito. Il Codau raggruppa e rappresenta “servitori dello stato”, non ha ruoli di evidenza politica, ha già iniziato al suo interno un approfondimento della questione e ha scritto al Ministro Gelmini dichiarando la propria disponibilità a partecipare fattivamente a qualsiasi iniziativa che il sistema universitario nel suo insieme vorrà affrontare al fine di capire che tipo di possibilità –la fondazione di diritto privato- abbiamo davanti.
Se la manovra finanziaria venisse approvata in questa forma, nei prossimi anni l’FFO si ridurrebbe consistentemente e le università sarebbero costrette ad aumentare le tasse. È davvero questo lo scenario che si prospetta?
Non è tutto così automatico. Se non chiarito con altri passaggi legislativi, stante che le entrate complessive della contribuzione studentesca sono agganciate nel loro tetto massimo al FFO, abbassandosi questo si dovrebbero abbassare anche le tasse. Vedremo…

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