Low profile per l’ateneo fiorentino, che in tempo di crisi ha deciso di varare un programma di austerity basato sul risparmio energico. Ovvero facoltà chiuse e riduzione degli orari delle aule di studio, delle biblioteche e delle segreterie didattiche. Una serie di “ritagli di tempo” che gli Studenti di sinistra hanno iniziato a contestare.
E’ partita così la campagna “Riapriamo l’università”, una forma di protesta caratterizzata dalla distribuzione di 10 mila chiavi sulle banchine di tutte le facoltà dell’ateneo. Tra le richieste avanzate dagli studenti anche l’apertura dell’università durante la sera e nei fine settimana per consentire agli studenti di studiare e per socializzare attraverso feste e proiezioni.
“Crediamo – sottolineano gli studenti – in una università che sappia essere luogo di approfondimento, formazione e confronto. Ma è necessario che gli studenti dispongano di spazi in cui poter studiare , utilizzare servizi informativi e socializzare. Firenze deve essere allineata alle principali città universitarie d’Europa.
Le prime critiche, però, non tardano ad arrivare dai vertici dell’ateneo fiorentino. Non tutti, infatti, credono nella finalità propedeutica dell’iniziativa e già c’è qualcuno che grida allo scandalo. Difficile far convergere un low profile con i cosiddetti “festini notturni”.
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