Terremoto L’Aquila, arriva la ricerca dell’Università: “Il sisma era imprevedibile”

Terremoto L'Aquila

Terremoto L’Aquila – Nessun aumento dell’attivita’ di radon ebbe luogo a L’Aquila nel marzo 2009, prima del sisma del 6 aprile che devasto’ la citta’. Ecco quanto emerge dallo studio di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche dell’Universita’ degli Studi dell’Aquila e del Centro di eccellenza Cetemps, pubblicato sulla rivista ‘Environmental Earth Sciences’.

Nel corso dello studio sono stati presi in considerazione dati del 2009 e del 2004, relativi allo stesso mese dell’anno con condizioni meteorologiche confrontabili ma, nel secondo caso, in assenza di una significativa attivita’ sismica.
Dall’analisi, che smentisce le polemiche sulla presunta prevedibilita’ del sisma attraverso la misurazione delle concentrazioni di radon, emerge che nonostante le voci di aumento di radon annunciate all’epoca del sisma del 2009 agli abitanti, non ci fu alcun incremento e, al contrario, emerge una diminuzione media del 30% durante l’anno.
“Che le ‘previsioni’ – ha spiegato a Repubblica l’ex presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica (Ingv), Enzo Boschi – basate sul radon fossero una cosa destituita di ogni fondamento era ben noto, anche se se ne parla inutilmente dagli Anni ’40. Il nuovo studio mette fine alle polemiche sulla possibile prevedibilità del terremoto che sarebbe stato anticipato da emissioni di radon nel territorio.”
“Nonostante numerosi studi scientifici abbiano dimostrato nel tempo che non esista nessun nesso tra le emissioni di radon dal terreno ed eventi sismici, ottenne grande eco mediatica la voce secondo cui il terremoto era in qualche modo prevedibile. Nessuno è mai riuscito a capire come venivano fatte le misure a L’Aquila – ha concluso Boschi – il problema vero è che furono prese in considerazione da tutta l’informazione nazionale e internazionale”.
Il radon resta, comunque, quasi un oggetto sconosciuto, dagli effetti nocivi e preoccupanti per molti studenti italiani. Il Corriere dell’Università ha condotto un’inchiesta proprio su questo argomento così poco discusso. La potete leggere qui.
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