Tamponi gratis per chi è senza green pass, il ministro Messa: “Solo per gli studenti fragili. Gli altri vanno convinti”

C’è una piccola apertura sul nodo dei tamponi gratis agli studenti che non hanno la certificazione verde. La ministra Messa è possibilista sull’idea di concederli agli studenti fragili. Per tutti gli altri, dice, vanno responsabilizzati.
MARIA CRISTINA MESSA MINISTRO

Tamponi gratis agli studenti fragili senza green pass per tutelare il diritto allo studio. È la proposta avanzata dal ministro dell’Università Maria Cristina Messa all’interno di un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera.

“Pensare che lo Stato possa accollarsi il costo dei tamponi per chi non è vaccinato è insostenibile. Gli studenti però sono un’altra categoria, e hanno diritto allo studio. Tra l’altro i non vaccinati sono pochi, intorno al 10%. Ai fragili che non possono vaccinarsi ad esempio darei il tampone gratis, agli altri non so: ma bisogna procedere con gradualità, ed evitare asimmetrie. Vediamo prima come va il rientro dei lavoratori. Non vorrei ci fossero ulteriori polemiche” ha detto la numero uno dell’Università.

Una proposta che prende spunto da quanto successo a Bologna con una studentessa senza green pass che ha costretto una docente a sospendere la lezione e rimandare tutti gli altri studenti a casa. “Il caso della studentessa di Bologna che è entrata senza green pass è un caso isolato: ci sono altri studenti che non vogliono o sono contrari al green pass, non possiamo negarlo. Ma sono una piccola minoranza rispetto a quelli che vogliono tornare in presenza – ha spiegato la Messa – Lei è stata ingiustamente insultata, cosa che naturalmente non condivido. Ma fa meno scalpore la massa di ragazzi e ragazze che senza remore hanno deciso di farsi un vaccino senza averne bisogno, non per tutelare se stessi, ma per i più anziani e i più fragili, e per la necessità di tornare in presenza”.

Per la ministra Messa dunque le proteste degli studenti contro il green pass più che criticati dovrebbero essere prima di tutto informati. “Non si tratta di dare giudizi, ma di convincere quelli che oppongono obiezioni ragionevoli. Se hanno timore, o sono influenzati dalle fake news, abbiamo il dovere di responsabilizzarli – ha continuato – Le università sono pronte a tornare al 100% in presenza. Anche se lasciamo libertà agli atenei di regolarsi, il decreto parla chiaro: come per la scuola, gli atenei possono derogare al metro di distanza. Naturalmente dobbiamo anche considerare il periodo delicato: l’epidemia ha un andamento stagionale e andiamo incontro ad una fase in cui staremo sempre di più negli spazi chiusi. Cerchiamo di aprire sempre di più, ma senza un liberi tutti. Aspettiamo la massima copertura vaccinale”.

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