Studentesse avvelenate in Iran, il presidente Raisi respinge le accuse: “Colpa dei nostri nemici”

Il presidente iraniano accusa le forze dell’Occidente di essere la causa dei misteriosi malesseri che si stanno diffondendo nelle scuole del Paese e che hanno colpito ragazze a scuola.

L’avvelenamento di centinaia di studentesse iraniane fa parte di “un complotto dei nemici” dell’Iran. Lo ha detto il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, affermando che “i nemici cercano di creare problemi nelle strade, nei mercati e nelle scuole per provocare rabbia tra gli iraniani”.

“Gli iraniani hanno fatto fronte a sanzioni interminabili e minacce – ha aggiunto Raisi – Tutti questi complotti sono destinati a fallire”. Intanto, il portavoce del ministero degli Esteri, Naser Kanani, ha assicurato che una delle priorità del governo è affrontare questi avvelenamenti e “informare in modo continuo e documentato sui risultati di queste indagini in modo da alleviare le preoccupazioni delle famiglie. I responsabili dovranno risponderne – ha promesso – L’Iran non risparmierà nessuno sforzo per chiarire i motivi e le cause di questi fatti sospetti”.

Le intossicazioni di studentesse a scuola vanno avanti da novembre e non è ancora stato chiarito dalle autorità chi siano i responsabili mentre Raisi nei giorni scorsi ha chiesto un’inchiesta a riguardo. Secondo gli attivisti che hanno manifestato da settembre contro il governo dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia perché non portava il velo in modo corretto, le intossicazioni sono una vendetta a causa delle partecipazione delle studentesse iraniane alle proteste.

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