Sono in Erasmus a Strasburgo da due settimane esatte e non potrei dire di essere più felice.
Dopo due settimane, la vita comincia a prendere un certo ritmo, si avvicina quanto più possibile ad una quotidianità. Si inizia a conoscere bene il posto – sapere dove andare senza l’uso di Google Maps dà una certa soddisfazione; si assiste alla nascita dei primi legami d’amicizia, quelli che potranno durare una vita e ci si sente davvero parte di qualcosa che va al di là dell’essere un semplice studente in scambio.
In questo, Strasburgo è una città da sogno. In quanto città internazionale, ci sono centinaia di studenti che vanno e vengono, vi è un continuo ricambio di gente, persone e che, nostalgiche, ritornano. Oserei definirla la città Erasmus per eccellenza. Comitati studenti e associazioni si impegnano al massimo per rendere vivo e interessante ogni angolo di questa incredibile città; si passa dalla settimana culturale in cui si può assistere gratuitamente a un ciclo di conferenze a tema letterario, al festival del cinema, alle classiche feste Erasmus di cui si sente tanto parlare. Ma essere Erasmus non è solo andare a Party e viaggiare, significa anche imparare a passare del tempo con se stessi, imparare a conoscersi. In queste due settimane, ho notato molti aspetti di me che sono sempre stati nascosti dall’abitudine, dal fatto di percorrere tutti i giorni le stesse vie, di parlare sempre con le stesse persone. Una volta riscoperto il proprio io, sentirsi membro di una comunità internazionale diventa facile. Bellissimo conoscere persone di ogni parte del mondo, ma, non posso negarlo, anche trovare i propri connazionali è una bella sensazione.
L’Erasmus è dunque, prima di tutto, conoscenza di una lingua e di un modo di pensare e di vivere diverso dal nostro, ma è anche prendersi una pausa dalla monotona routine di sempre per potersi riscoprire.
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