Trenta “cadaveri” coperti da un lenzuolo bianco con un garofano sul corpo per “piangere l’umanità morta”. Questo il flash-mob che ha anticipato l’incontro di ieri a Villa Pamphilj tra i Fraidays for Future e Giuseppe Conte. In questi ultimi giorni di Stati generali ci sono anche loro, i giovanissimi. “La transizione ecologica è l’unica strada percorribile per rialzarci dalla crisi economica e, al contempo, prevenire nuove e più terribili tragedie – diachiarano – e non possono esserci interessi economici che tengano di fronte al futuro di noi giovani”.
<“Abbiamo portato al presidente Conte le nostre proposte per la Fase 3 firmate anche da Cgil, Libera, Greenpeace, Legambiente, Wwf – afferma Lavinia, giovane attivista contattata telefonicamente da Corriereuniv – è il momento di ripensare il nostro sistema economico. Adesso dobbiamo creare una società nuova, giusta, sostenibile sia dal punto di vista climatico che da quello sociale”. Più trasporto pubblico, maggiore scambio di merci su rotaia, meno voli, tutela del territorio e meno intensività nella produzione agro-alimentare, sono solo alcuni dei temi presentati durante l’incontro dai giovani ecologisti. “Questo è il nostro #RitornoAlFuturo. Abbiamo detto al premier che EcoBonus e reddito energetico non bastano per cambiare le cose, basti pensare a quanto il nostro Paese spende ogni anno in sussidi ai combustibili fossili e in progetti dannosi e fuori tempo massimo come la Tap o la metanizzazione della Sardegna. – afferma la 14enne attivista – Abbiamo solo 8 anni per cambiare rotta, e l’Italia può guidare l’Europa e non solo nella transizione“.
Il presidente del Consiglio, alla penultima giornata di lavori degli Stati generali, ha messo più volte il tema della transizione ecologica tra quelli in cima alla lista delle cose da fare. Per esempio l’ha citata espressamente nell’incontro con le società partecipate, incontrate in mattinata e definite dal premier “la spina dorsale del Paese”: “Le direttrici su cui ci muoviamo – ha detto Conte – sono tendenzialmente tre: modernizzazione del Paese, transizione ecologica e inclusione sociale, territoriale e di genere. Non immaginiamo oggi qui di concordare nel dettaglio e nello specifico i progetti, ma riteniamo di dare a questa riunione un senso allorché voi darete contributi”. Sono le linee che secondo il capo del governo sono da seguire per “creare ora le premesse per un recupero di produttività e Pil“. Non solo i fondi europei: anche alle società partecipate dallo Stato viene chiesto di fare la loro parte, a sostegno soprattutto delle aree più svantaggiate del Paese. L’ambiente, è la promessa, sarà uno dei cardini del piano di rilancio, insieme a modernizzazione e inclusione sociale. L’ossatura del piano si conoscerà la prossima settimana.