Spending review: l'università è più "razionale"

expensescuts.gifPer l’Ocse siamo agli ultimi posti quanto a numero di laureati, sorpassati niente di meno che da Cile e Messico. La riforma del 3+2 poi, sembra non aver mai ingranato. A questo si aggiungano “le misure di contenimento della spesa” previste dal decreto legge 112 del 2008. Ma c’è un modo per uscire dall’impasse? Forse sì, almeno a detta di alcuni esperti.
Se ne discuterà martedì 23 settembre, a partire dalle ore 10, all’Istituto di Scienze Umane di Firenze, con Paolo De Ioanna, Gilberto Muraro e Nicola Sartor, membri della Commissione tecnica per la revisione della spesa del precedente governo.
Il segreto sta tutto nello “spending review”: l’uso rigoroso ed efficiente delle risorse pubbliche destinate agli atenei. Ad averne bisogno sono soprattutto i settori-chiave dello sviluppo economico, come l’istruzione e la ricerca scientifica. E di spending review ne parlò già il ministro Padoa Schioppa nel giugno del 2007, assieme ad un altro punto qualificante del suo programma: la lotta all’evasione fiscale.
Largamente utilizzato dagli altri Paesi dell’area Ocse, c’è da credere che il progetto di “razionalizzazione” consentirà anche qui da noi un’utile alternativa ai temutissimi “tagli” alla spesa pubblica.
Manuel Massimo

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