Solo il 4,9% degli 824mila studenti fuori sede trova posto in una residenza pubblica o convenzionata. Il rapporto Cgil-Udu-Sunia 

La scorsa settimana c’era stato l’incontro con il ministro Salvini per proporre il rifinanziamento del fondo per il sostegno affitto
Un momento della manifestazione di protesta all’esterno dell’Università di Padova, 10 Maggio 2023. ANSA

Negli ultilimi cinque anni in Italia solo il 4,9% degli 824mila studenti fuori sede trova posto in una residenza pubblica o convenzionata. Il 95% dei ragazzi e delle ragazze deve quindi rivolgersi al privato, e di questi solo il 30% riesce ad accedere ad affitti concordati”. “L’emergenza abitativa è un fenomeno in crescita nel nostro Paese, componente importante della condizione di povertà e dell’aumento delle disuguaglianze sociali”, si legge nel rapporto ‘Casa: un’emergenza irrisolta’ di Cgil nazionale, Sunia e Udu sul disagio abitativo. L’edilizia residenziale pubblica è insufficiente a rispondere alla domanda abitativa delle famiglie più disagiate: la percentuale di alloggi assegnati in rapporto alle richieste presentate presso i Comuni è mediamente inferiore al 5%.

“Allarmante la situazione degli alloggi per gli studenti universitari fuori sede, che mette in discussione l’esigibilità del diritto allo studio. A pochi mesi dal nuovo anno accademico questo rappresenta un tema da affrontare con urgenza”. Simone Agutoli, responsabile delle politiche abitative dell’Udu, sottolinea che “l’Italia non sta raggiungendo il target previsto nel Pnrr. L’obiettivo è quello di realizzare 60mila posti letto entro il 2026 stanziando complessivamente 960 milioni di euro. Per questo Cgil e Udu il 13 luglio hanno inviato una lettera alla Commissione europea chiedendo puntuali verifiche affinché le risorse europee non vadano sprecate.

Affitti

“A fronte di questa situazione il Governo non solo non dà risposte adeguate, ma crea i presupposti per un ulteriore peggioramento delle condizioni di centinaia di migliaia di persone”, sostiene la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi. “La legge di Bilancio per il 2023 non ha rifinanziato né il Fondo di sostegno all’affitto previsto dalla legge 431/98 per garantire alle famiglie più bisognose un sostegno nel pagamento dei canoni, né il Fondo per la morosità incolpevole. Si cancella il reddito di cittadinanza, l’unica misura di contrasto alla povertà di carattere universale, e si introduce per una platea drasticamente ridotta uno strumento per l’acquisto di alcuni generi di prima necessità, per un importo equivalente ad un caffè al giorno. Una scelta ideologica, identitaria, di colpevolizzare chi si trova in condizioni di povertà”, aggiunge.

Nell’incontro con il ministro Salvini del 12 luglio scorso, ricorda Barbaresi, “abbiamo chiesto di affrontare urgentemente il tema dell’emergenza abitativa, avviando anche con le parti sociali un confronto vero. Serve peraltro una disponibilità a stanziare risorse adeguate per rifinanziare il Fondo di sostegno all’affitto e il Fondo morosità incolpevole, oltre che investire sull’edilizia pubblica e intervenire con importanti stanziamenti – peraltro previsti dal Pnrr – sui posti letto degli studenti universitari”.

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