Pnrr, l’Unione degli universitari scrive a von der Leyen: “Raggiunto soltanto il 58%reale di posti letto”

Gli studenti recriminano il conteggio nei posti letto di studentati già funzionanti con studenti all’interno
studenti di medicina

La terza tranche del Pnrr è ancora bloccata. Il problema principale è legato alla realizzazione di nuovi alloggi universitari: “Il Ministero aveva dichiarato di aver creato 8.500 posti letto, ma i conti non tornano – affermano in una nota gli studenti dell’Unione degli universitari (Udu) -. I funzionari della Commissione Europea hanno chiesto all’Italia maggiori chiarimenti: perché si sono finanziati posti letto già esistenti? Una domanda che avevamo già posto, con un rapporto presentato nel mese di maggio. Ma la Ministra Bernini aveva negato l’esistenza di problemi, sostenendo che la Commissione Europea fosse stata informata di tutti i passaggi”. Cgil e Udu tornano sulla vicenda con una lettera inviata alla Commissione Europea, direttamente all’ufficio di Ursula von der Leyen.

La missiva

“Il PNRR Italiano prevede un’opportunità incredibile, grazie a uno stanziamento di 960 milioni per realizzare 60mila posti letto per studenti universitari entro il 2026. L’Italia ha dichiarato di aver raggiunto il primo obiettivo di 7.500 posti letto che dovevano essere realizzati entro il 2022. Ma dai numeri presentati risultano rendicontati anche alloggi già esistenti e operativi, i quali sono stati censiti e la destinazione d’uso è stata vincolata. L’obiettivo di realizzare 7.500 posti letto ci risulta pertanto raggiunto soltanto per il 58%”.

I sindacati spiegano le altre criticità: “Gran parte dei posti letto realizzati non favoriscono l’accesso all’Università, dal momento che arrivano a costare 900€ al mese. Il Ministero ci rassicura, affermando che il 20% dei posti letto dei privati sono destinati al diritto allo studio. Tali rassicurazioni non sono però accompagnate da prove oggettivamente verificabili, nonostante abbiamo chiesto ripetutamente trasparenza e precisi vincoli sui posti letto. Il Ministero non ha coinvolto le parti sociali e questi sono i pessimi risultati”.

“Chiediamo alla Commissione Europea di effettuare verifiche puntuali. Non è accettabile che vengano contati migliaia di posti letto già precedentemente occupati da universitari. Peraltro, ci risulta che le autorità italiane abbiano richiesto ulteriori 500 milioni di euro per questa misura. Auspichiamo che la Commissione Europea esiga trasparenza, domandando che i posti letto realizzati favoriscano effettivamente l’accesso all’università, tramite condizioni economiche accessibili alla maggioranza degli studenti”.

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