L’arcivescovo di Torino, custode pontificio della Sindone, non attribuisce ”alcun serio valore” ai risultati provenienti da ”pretesi esperimenti”, sul sacro lino. E’ quanto scrive mons. Cesare Nosiglia in una nota dopo gli articoli pubblicati in concomitanza con l’uscita del volume edito da Rizzoli, ”Il mistero della Sindone” di Giulio Fanti e Saverio Gaeta.
Nel libro sono indicati i risultati delle recenti ricerche di Fanti, che saranno pubblicate anche su una rivista specializzata e dunque sottoposte al giudizio di un comitato scientifico sulle fibre del telo sindonico che risalirebbero a una data compatibile con la morte di Gesu’ Cristo. Si tratta di tre nuove analisi, due chimiche e una meccanica, compiute nei laboratori dell’universita’ di Padova, con il coinvolgimento di diversi docenti universitari di vari atenei italiani che smentirebbero la datazione medievale ottenuta nel 1988 con l’esame del carbonio 14.
La replica di Nosiglia conferma quanto contenuto in proposito nelle dichiarazioni ufficiali su ”esperimenti e analisi riguardanti la Sacra Sindone” gia’ rilasciate in occasione di altri analoghi tentativi effettuati in passato su – si sottolinea – ”presunti campioni di materiale sindonico”, dai suoi predecessori: dal Cardinal Giovanni Saldarini nel settembre 1995 e dal Cardinal Severino Poletto il 4 maggio 2009. Nosiglia ribadisce ”che, non essendoci nessun grado di sicurezza sull’appartenenza dei materiali sui quali sarebbero stati eseguiti detti esperimenti al lenzuolo sindonico, la Proprieta’ e la Custodia dichiarano di non poter riconoscere alcun serio valore ai risultati di tali pretesi esperimenti”.