Serbia: si dimette ministro dell’educazione

Le autorità serbe hanno promesso un giro di vite contro le armi detenute illegalmente.

Prime dimissioni a Belgrado dopo la strage di mercoledi 3 maggio in cui un tredicenne ha ucciso 17 compagni di classe con l’arma del padre. Con una lettera aperta pubblicata ieri (domenica) il ministro dell’edcuazione Branko Ruzic, del partito socialista, ha rimesso irrevocabilmente l’incarico nelle mani della premier Ana Brnabic. “Lo faccio come genitore e come persona responsabile”, si legge nella missiva.

Subito dopo la strage Ruzic aveva addossato la responsabilità dell’accaduto “l’influenza perniciosa di Internet, dei videogiochi e dei cosiddetti valori occidentali”. Il ragazzino, ricoverato in una clinica psichiatrica ma non imputabile perchè troppo giovane, si è definito psicopatico bisognoso di cure. Sembra che venisse bullizzato. Il padre, un noto radiologo della capitale serba, è stato arrestato.

Ventiquattro ore dopo, in un episodio separato, un ventenne ha sparato a casao in due villaggi della Sebria centrale uccidendo otto persone che non conosceva. Agli inquirenti ha detto che il suo obbiettivo era seminare il panico. Al momento dell’arresto indossava una maglietta neonazista.

Giro di vite contro le armi illegali

Le autorità serbe hanno promesso un giro di vite contro le armi detenute illegalmente. Il ministero degli interni ha invitato a consegnarle al più vicino posto di entro l’8 giugno per non rischiare sanzioni. Il paese ha la maggiore densità di armi per abitante in Europa – un’ eredità anche delle guerre degli anni 90, quando si è consumata la dissoluzione della Jugoslavia –  ma episodi come quelli della scorsa settimana sono molto rari (l’ultimo risale ad un decennio fa) e le leggi in materia sono già molto severe.

Ieri sono terminati i tre giorni di lutto nazionale proclamati subito dopo la prima strage. Sempre nel weekend si sono tenute le esequie per le vittime di entrambi i fatti di sangue. In Serbia, ma anche in Bosnia e in Macedonia del Nord, le forze dell’ordine hanno denunciato il diffondersi di messaggi emulazione su Internet. Alcuni degli autori di tali messaggi sono stati arrestati.

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